Almeno 48 morti, 100 dispersi e 155 feriti. Si aggrava di ora in ora il bilancio del terremoto, durato circa 30 secondi, che nella mattinata di ieri, alle 10.35 ora locale, ha scosso il Guatemala, dove almeno 76 mila persone sono rimaste senza elettricità. Proprio l’alto numero dei dispersi fa temere che il bilancio finale delle vittime possa peggiorare. La magnitudo è stata superiore ai 7 gradi Richter e l’epicentro è stato localizzato al largo delle coste dell’Oceano Pacifico, 45 km a sud della località di Champerico e 191 km a ovest-sudovest della capitale, Città del Guatemala. Il sisma ha scatenato il panico non solo a città del Guatemala ma anche a Città del Messico, dove le autorità hanno ordinato l’evacuazione di numerosi edifici, ma è stato sentito anche nel vicino El Salvador. Le immagini diffuse dai social network sono impressionanti, con intere strade sommerse dai detriti. Il sisma, per fortuna, ha generato solo una piccola onda anomala, inferiore ad un metro, tanto che i centri di monitoraggio non hanno lanciato alcuna allerta tsunami

Era dal 1976 che non si registrava un sisma di così forte intensità: in quell’occasione i morti furono 25.000. Il presidente Otto Perez Molina non ha nascosto che la situazione “rischiava di aggravarsi” proprio per quel che riguarda i morti e i ‘desaparecidos’, ordinando “la sospensione delle attività pubbliche”. In tutto il territorio nazionale è stato imposto “l’allarme rosso” annunciato dal capo dello Stato. Il dipartimento più colpito dalla scossa è quello di San Marcos – tra i più grandi del paese e confinante con il Messico. I danni più importanti si registrano a San Pedro Sacatepequez – una cittadina del dipartimento che già era stata distrutta nel 1902 dall’eruzione del vulcano Santa Maria – dove sono crollati una quarantina di palazzi, fra i quali una scuola elementare.

I pompieri di San Marcos hanno sottolineato tra l’altro i forti danni sia nelle telecomunicazioni sia nella rete elettrica. Gli altri ‘departamentos’ colpiti sono quelli di Guatemala, Quetzaltenango, Suchitepequez, Totonicapan, Sololà e Quichè. 

 

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