Sulla lotta alla speculazione finanziaria sfrenata l’Europa prova a seguire gli Stati Uniti, proprio mentre Oltreoceano si lavora per ammorbidire le regole.  Il Rapporto sulla riforma del sistema bancario Ue realizzato per la Commissione Europea dal gruppo di alto livello di esperti guidato dal governatore della Banca centrale finlandese Erkki Liikanen, pubblicato oggi, infatti, chiede una “separazione legale” all’interno dei gruppi bancari delle attività più a rischio da quelle meno a rischio come i depositi.

Qualcosa di molto simile, dunque, alla Volcker Rule, la principale norma del Dodd-Frank Act, la legge di riforma del mercato finanziario americano introdotta all’indomani del crack di Lehman Brothers, che tra il resto tende a proibire alle banche il cosiddetto “proprietary trading”, ovvero le attività finanziarie altamente speculative condotte con l’obiettivo di realizzare un utile per sé e non per la clientela. E che ora, a ridosso delle elezioni, alcuni i senatori americani vorrebbero ammorbidire. 

Durante la crisi finanziaria, secondo l’analisi degli esperti della Commissione, non c’è stato “nessun modello” di affari che abbia mostrato performance particolarmente negative o positive, ma sono emersi invece “un’eccessiva assunzione di rischi, spesso nel trading di strumenti altamente complessi o prestiti legati all’immobiliare” e un “eccessivo affidamento sul finanziamento a breve termine” nel periodo precedente la crisi.

Quanto fatto finora dalla Commissione Ue, in particolare le direttive sui requisiti di capitale e sulla gestione e risoluzione delle crisi vanno nella giusta direzione. Ma per rendere il sistema bancario del Vecchio Continente più resistente a nuove crisi, “la conclusione del gruppo è che è necessario richiedere la separazione legale di alcune attività finanziarie particolarmente a rischio dalla raccolta di depositi all’interno dello stesso gruppo bancario”.

Le attività da separare dovrebbero essere proprio il “proprietary trading” di titoli e derivati, e altre attività strettamente legate a questi mercati. Questo provvedimento, suggerisce il rapporto, dovrebbe essere applicato a “tutte le banche a prescindere dal loro modello di business, incluse le banche mutualistiche e cooperative”, ma in base alla quota che queste attività rappresentano nel giro d’affari della banca e il loro impatto sulla stabilità finanziaria. La soglia dovrebbe essere fissata da Bruxelles, ed essere in ogni caso superiore al 15-25% e/o ai 100 miliardi di euro.

“Noi pensiamo che questa separazione, questa prevenzione, questa differenziazione dei rischi sia un elemento chiave per la stabilità, la solidità del settore bancario nel lungo periodo”, ha spiegato il commissario europeo al Mercato interno ed ai servizi finanziari, Michel Barnier. Che terrà conto, nella sua azione di riforma del settore, non solo delle raccomandazioni contenute nel rapporto presentato oggi ma anche della consultazione pubblica di sei settimane già avviata. “Io credo che questo rapporto vada nella direzione in cui ci liberiamo di un sistema in cui i profitti sono privati ed i costi sono pubblici“, ha detto Liikanen, spiegando tra l’altro che le attività separate di trading e depositi potranno coesistere nella stessa banca, ma dovranno essere “finanziate e capitalizzate separatamente”.

Soddisfatta per le raccomandazioni contenute nel rapporto – tra cui quella sul rafforzamento della governance e del controllo sulle banche – la presidente della commissione Affari economici e monetari dell’Europarlamento, Sharon Bowles, che ha sottolineato la “disponibilità” di Barnier a presentare altre proposte legislative sull’argomento. “E’ chiaro che serve un nuovo approccio rispetto al modo in cui le banche sono strutturate – ha commentato da Bruxelles – considerato l’impatto che queste istituzioni possono avere sull’economia e per il quale i cittadini stanno ancora pagando un prezzo”.

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