Dopo Toscana e Liguria, anche il Veneto autorizza la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi, dando finalmente attuazione concreta alle disposizioni ministeriali del 2007 che hanno riconosciuto la valenza terapeutica dei derivati dalla cannabis. Il via libera é arrivato martedì 18 dal Consiglio regionale, dopo alcune modifiche apportate al testo uscito lo scorso luglio dalla commissione sanità della Regione, che rischiavano di rendere impugnabile dal Governo il testo.

La legge, approvata all’unanimità, prevede l’avvio sperimentale della distribuzione gratuita di questo tipo di farmaci negli ospedali e nelle farmacie, previa prescrizione medica dello specialista o del medico di medicina generale sulla base di un programma terapeutico stilato dallo specialista, e la produzione diretta tramite convenzione, per progetti pilota e sperimentazioni, con il Centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) di Rovigo e lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (unici centri autorizzati in Italia alla produzione sperimentale) al fine di poter acquistare direttamente, al prezzo di costo, i cannabinoidi ad uso terapeutico. Sino ad oggi, infatti, nonostante siano stati riconosciuti dalle tabelle ministeriali dal 2007, in Italia non ci sono produttori registrati di medicinali cannabinoidi: ospedali e farmacie devono importarli dall’estero, su esclusiva responsabilità del medico richiedente, con lunghe attese per tempi e modalità di ordine e di consegna (circa sei mesi) e spese maggiorate da sette a dieci volte il costo effettivo del prodotto. “Basti pensare – spiega Gianpaolo Grassi, primo ricercatore del Cra – che un malato di sclerosi multipla arriva a pagare di tasca propria al mese 500-600 euro”. Il tutto con una procedura alquanto ‘elaborata’. Se il malato ne ha bisogno e c’è uno specialista che certifica la diagnosi e la necessità del farmaco, l’Asl che deve erogare questi farmaci li ordina all‘estero, dopo aver avuto l’autorizzazione del ministero della Salute. Il paziente li deve pagare in anticipo e può utilizzarli una volta arrivati, ma può rifare la procedura solo una volta che ha terminato la quantità di farmaco ricevuta dall’estero.

La legge comunque, prima dovrà essere pubblicata sul bollettino ufficiale regionale, e poi per diventare effettiva necessita di una delibera della Giunta regionale. In fase di prima applicazione sperimentale, per il 2012, la Regione Veneto stanzierà centomila euro per assicurare la gratuità dei farmaci. Una somma probabilmente insufficiente per garantire, a regime, l’erogazione gratuita dei farmaci cannabinoidi a tutti i potenziali utilizzatori: si calcola, infatti, che il costo annuo per curare cento malati di sclerosi multipla si aggiri sui 500 mila euro. Ma i suoi relatori, Pietrangelo Pettenò (Federazione Sinistra veneta) e Leonardo Padrin (Pdl), sono comunque soddisfatti, perché “si consentirà ai malati e al servizio pubblico regionale di non dipendere esclusivamente dalle importazioni dall’estero, con risparmi di tempo e di costi e riduzione dei disagi per i malati”.

La palla passa ora alle aziende farmaceutiche, secondo Grassi, che ”finché non c’era mercato stavano a guardare – continua – ma ora che diverse regioni hanno approvato l’uso dei cannabinoidi dovrebbero essere stimolate ad occuparsene. Molto da fare c’é anche per la preparazione dei medici, un po’ impreparati e non del tutto consapevoli di come utilizzare i medicinali a base di derivati di cannabis”. I farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi sono usati nelle cure palliative e antalgiche sui malati terminali, di cancro, quelli con sla (sclerosi laterale amiotrofica), sclerosi multipla, distrofia muscolare, Alzheimer e Parkinson, nonché nella cura del glaucoma, patologie neurologiche, traumi cerebrali e asma. Spesso però si tende a confondere l’uso terapeutico e medico della cannabis con quello ‘voluttuario’, creando allarmismi e preconcetti. Ma in un recente documento, 18 società scientifiche e il Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio, hanno chiarito che va sconsigliato qualsiasi uso di tipo voluttuario della cannabis, perché può danneggiare la salute, e che i farmaci a base di Thc non possono essere autogestiti dal paziente, ma vanno assunti sotto stretto controllo medico.

Articolo Precedente

Livorno, murato l’ingresso di Equitalia. “Bisogna ribellarsi per non suicidarsi”

next
Articolo Successivo

Tamponamento tra tir su A23: 4 morti e 5 feriti gravi

next