Poca democrazia nel MoVimento 5 stelle? Beppe Grillo, dopo l’accusa fuori-onda del consigliere emiliano Giovanni Favia sulla scarsa democrazia interna, ha affrontato la questione con un post sul suo blog. Nel suo intervento, Grillo ha annunciato che “per le prossime elezioni politiche i candidati del M5S saranno scelti on line e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete. In modo trasparente”. Come? A spiegare quali potrebbero essere le modalità delle consultazioni è Mattia Calise, consigliere per il M5S al Comune di Milano, che conferma l’interesse del movimento per Liquid Feedback, la piattaforma software creata dai “pirati” tedeschi di Interaktive Demokratie.

Il software è stato tradotto in italiano dai militanti del MeetUp (i “circoli” del movimento, ndr.) di Bergamo con l’obiettivo di integrare il sistema di comunicazione via Internet dei 5 Stelle e consentire di prendere decisioni condivise. Non è detto però che sia questo lo strumento a cui si riferisce Grillo nel suo messaggio. “I test si stanno svolgendo in diversi MeetUp, ma non si tratta ancora di un progetto a livello nazionale” spiega Calise. “Si tratta più che altro in un percorso di sperimentazione che gli attivisti stanno portando avanti in maniera indipendente”. Al momento, quindi, solo un test locale su Milano e per Milano, per agevolare il lavoro dei consiglieri del movimento. E non una anticipazione di quello che accadrà sul portale nazionale. 

Come funziona – Liquid Feedback è un progetto open source che permette alle associazioni di offrire ai suoi membri uno spazio libero per prendere parte ai processi decisionali. L’idea è quella di approvare (o indirizzare) le singole decisioni attraverso un dibattito Web. Il processo è distinto in due fasi: discussione e votazione. Se la prima ricorda da vicino il funzionamento di un qualsiasi forum Internet, la parte più interessante è quella che riguarda la fase decisionale. La votazione avviene infatti secondo il cosiddetto “metodo Schulze”, che prevede la possibilità di esprimere la propria opinione su un quesito in maniera articolata, creando una gerarchia di preferenze delle varie soluzioni. Il metodo è spiegato in maniera piuttosto intuitiva in un video pubblicato su YouTube dagli stessi sviluppatori di Liquid Feedback. Semplificando, ogni mozione riceve un punteggio di preferenza da parte di ogni partecipante e quella che ottiene il punteggio migliore viene approvata. Un sistema che potrebbe essere utilizzato non solo per la scelta dei candidati alle prossime elezioni o per la definizione del programma, ma anche nei casi di democrazia interna più spinosi, come quello della “scomunica” recapitata da Grillo al consigliere ferrarese Valentino Tavolazzi attraverso un post sul blog e messa all’indice dai dissidenti del M5S come dimostrazione della scarsa democrazia interna al movimento.

Delegati virtuali – L’adozione di Liquid Feedback rappresenterebbe quindi la messa in pratica di quella democrazia diretta e partecipativa che il M5S sostiene fin dalla sua nascita. Pronti dunque per una partecipazione “orizzontale” e per la scomparsa del concetto di delega? Non proprio. Anzi: la delega, sia nella discussione che nella votazione, sarebbe parte integrante e fondamentale del sistema della liquid democracy. Secondo gli autori del software, infatti, non tutti i partecipanti possono avere il tempo e le competenze necessarie per dire la loro su un argomento. Per ovviare al problema, Liquid Feedback permette di delegare il proprio voto a un altro partecipante. La delega è valida solo per ogni singolo argomento (topic ndr) e può essere revocata in qualsiasi momento. Insomma: a prima vista il sistema non sembrerebbe molto diverso da quello utilizzato all’interno di un partito tradizionale, attraverso i vari direttivi o circoli provinciali, regionali e nazionali, con l’eccezione che tutto avviene tramite Web. Alfonso Moscato, del MeetUp di Palermo, sottolinea però la diversa natura che assume la delega nella liquid democracy: “Limitandosi ad argomenti specifici, la delega permette di affidare le decisioni a chi dimostra di avere una buona competenza sul tema trattato. Visto che può essere revocata in maniera istantanea, poi, rappresenta uno strumento di controllo estremamente efficace: se il delegato esprime opinioni contrastanti con le mie, posso sfiduciarlo con un clic. Proprio lo strumento che ci vorrebbe per garantire il rispetto del mandato tra eletti ed elettori”.

Quali controlli? – L’utilizzo di Internet come strumento per il processo decisionale pone nuovi problemi, soprattutto per quanto riguarda i controlli sull’identità e la genuinità degli iscritti. Secondo quanto dichiarato da Grillo sul suo blog, infatti, il processo dovrebbe essere “aperto a tutti”. Ma con quali controlli e quali garanzie? Quando si parla di numeri su Internet, infatti, le cose si fanno piuttosto complicate. Non a caso per i controlli si parla di firme digitali o posta certificata. Una soluzione che potrebbe permettere di evitare casi come quello scoppiato a luglio, dopo la polemica di Marco Camisani Calzolari – docente dello IULM e tra gli autori del sito forzasilvio.it – secondo il quale molti dei follower di Beppe Grillo su Twitter sarebbero dei “bot”, utenti fantasma generati automaticamente e gestiti via computer. Nello scorso luglio il tutto si è risolto con un botta e risposta al vetriolo tra il professore e gli attivisti del movimento, ma in tempi di liquid democracy dubbi del genere potrebbero avere ripercussioni molto più ampie e minare il sogno di una partecipazione orizzontale sul Web. In Sicilia, dove Liquid Feedback è stato utilizzato per definire il programma alle prossime regionali, l’accesso è stato limitato agli attivisti. “Per la partecipazione abbiamo chiesto l’invio di una copia della carta d’identità e l’URL (il collegamento Internet ndr) del profilo MeetUp di appartenenza” spiega Moscato. Per alcune decisioni viene anche fissato un quorum, del 20%, il cui raggiungimento è vincolante per la validità della votazione. 

Aggiornato da redazione web alle 17.14 del 20 settembre 2012

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