Si cambia spiaggia ma il trashume è di casa anche a Saint Tropez che non è più quella di Brigitte Bardot ai tempi dell’iconico “Et Dieu crea la femme”. Quando Gunther Sachs, una sfilza di cuori infranti, fece piovere dal cielo una pioggia di rose sulla Madrague, la villa di BB. Rose ovunque sul tetto, sul giardino, sulla spiaggia, sul mare. E alla fine lei lo vide, sguardo malandrino, che dall’elicottero con gesto teatrale lanciava rose sulla sua testa. E il broncio più famoso del mondo si sciolse in un sorriso. Poi sotto una luna piena da cartolina andò a prenderla sul pontile di casa a bordo di un motoscafo in mogano tirato a lucido, era vestito in smoking con mantello svolazzante da principe della Transilvania.  

Si racconta anche di un Gunher che a una serata mondana si trovò gomito a gomito nella toilette con il celebre cardiochirurgo Christian Barnard che lo apostrofò: “In fondo ci occupiamo della stessa materia: io aggiusto i cuori, lei li spezza”. I tempi cambiano (ma perché solo in peggio?) e BB, prigioniera del suo mito, se ne sta chiusa alla Madrague, eremo inespugnabile.  Mentre il Nikki beach, la spiaggia più à la page di Saint Tropez, ci consegna una cartolina pieni di burini, spocchiosi e danarosi. Le cameriere (s)vestite da domatrici di leoni gli aprono riverenti il cordone d’accesso del superprivè. Sono un gruppetto di giovani libanesi sovrappeso che all’ happy hour ora decidono di rinfrescarsi facendosi la  doccia con bottiglie di Crystal Rosé, prezzo di listino 680 euro cadauna, mentre il deejay spara musica bump bump spaccatimpani. Ne conto 18. Il rituale è officiato dalle cameriere in tutina strech leopardata con tanto di orecchiette e coda. Tutt’intorno l’atmosfera è kitch/circense, boa di piume di struzzo colorate attorcigliate ai pali degli ombrelloni…

E pensare che il primo Nikki beach, nato una ventina d’anni fa a Miami, aveva ben altri propositi. Nikki, riccioli neri e sguardo innocente, amava la musica, morì tragicamente in un incidente. I genitori le dedicarono un beach club come sarebbe piaciuto a lei.  Ma oggi il brand d’esportazione è diventato sinonimo di eccessi e di malton. Si cambia giro, stessa sòla. Erano in sei, tutti professionisti, avvocati e medici, seduti al tavolo della Brasserie des Arts che si affaccia su Place de Lices, celebre perché il sabato mattina, all’ombra di imponenti platani, ospita un mercatino con prezzi da via Della Spiga. La Brasserie, di fianco al vecchio Cafè dove ancora si affittano le bocce per giocare alla petanque, è il posto preferito dai milanesi che amano farsi “sòlare”. La deliziosa cameriera, una copia sbiadita di Sienna Miller, ci sa fare e suggerisce un piatto fuori menù,  linguine all’aragosta. Il prezzo non è sul listino e non lo comunica. Ci sarebbero già gli estremi da denuncia alle famigerate Douanes, l’equivalente della nostra Guardia di Finanza. Con il conto, la batosta. Le  linguine (tre porzioni) costano  675 euro  che fanno 225 a piatto per una rachitica aragosta. Neanche al noto (per i conti da capogiro) Nikki beach si sarebbe arrivato a tanto…

Sarà per queste cifre da capogiro che i cugini d’oltralpe hanno lo spread a 200 e noi a 500…
 
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