“Marcia indietro” del governo sull’annunciato dimezzamento del Fondo per le vittime da uranio impoverito e sul comma 2 dell’Art. 35 del decreto sulla “spending review”, che poneva in capo al governo la definizione dei livelli di inquinamento nei poligoni militari. Dopo le dure polemiche da parte della associazioni dei familiari delle vittime, del Wwf, Legambiente, del Comitato Gettiamo le Basi, riferendo ieri sera di fronte alla Commissione uranio impoverito, riunita in seduta straordinaria, il sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri ha garantito “la riallocazione dei fondi per gli indennizzi previste le vittime”.

Insomma “non sarà tolto niente”. Magri ha inoltre esplicitamente escluso il contestato comma sulla definizione dei livelli di inquinamento “possa avere effetto retroattivo” e che “possa essere applicata ai poligoni sardi”. “Per maggiore sicurezza – ha precisato oggi il senatore Gian Piero Scanu (Pd), che sollecitato il governo a rispondere con urgenza in Commissione – ho chiesto che quel comma sia espunto dal testo del decreto. E dopo le rassicurazioni di ieri di Magri di fronte a tutta la Commissione, oggi mi è arrivata la conferma da parte del Ministero della Difesa”.

Scanu, che ieri aveva anche minacciato le dimissioni dalla Commissione difesa se le due norme fossero state approvate, pur esprimendo “soddisfazione per l’esito del confronto” parla di “scampato pericolo grazie a una totale marcia indietro”. Sempre nel corso della riunione di ieri, la Commissione ha richiesto al governo di garantire nel trienno 2013-2015 almeno 300 milioni da destinare “all’avvio del piano di bonifiche”, come previsto dalla relazione approvata In Commissione lo scorso 30 maggio.

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