Tutti assolti tranne Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti. E’ la conclusione del processo in Corte d’appello a Milano sulla tentata scalata a Bnl da parte di Unipol. Tra i 10 imputati per i quali cadono le accuse anche l’ex presidente della Banca d’Italia, Antonio Fazio, che in primo grado era stato condannato a 3 anni e mezzo, il manager Carlo Cimbri e l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Al centro del processo i reati di aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza e insider trading. I giudici hanno assolto tutti gli imputati dal reato di aggiotaggio perchè il fatto non sussiste. 

Due le condanne, come detto: per Consorte un anno e 7 mesi e per Sacchetti un anno e 6 mesi. Per loro sono state riconosciute le responsabilità per ostacolo all’autorità di vigilanza e insider trading. In primo grado Consorte era stato condannato a 3 anni e 10 mesi, Sacchetti a 3 anni e 7 mesi (in quel caso i giudici del tribunale di Milano avevano visto provato anche l’aggiotaggio, ora decaduto per tutti).

Revocato il risarcimento al Banco Bilbao. Rivista al ribasso la condanna per il gruppo assicurativo Unipol condannato oggi a un versamento di 420 mila euro rispetto ai 720 mila del processo di primo grado. Questa condanna, sotto il profilo pecuniario, è “collegata” alla condanna dei suoi ex vertici, in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi dai propri dipendenti. Il collegio giudicante, presieduto da Flavio Lapertosa, ha invece revocato la condanna inflitta in primo grado agli imputati di pagare una provvigionale di 15 milioni di euro alla parte civile Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria), la banca spagnola “nemica” di Unipol nella tentata scalata a Bnl. 

Gli assolti. E’ un verdetto quello di oggi che in definitiva cancella la sentenza di primo grado quando erano stati condannati 13 imputati, 11 dei quali oggi sono stati assolti. Gli imputati assolti completamente dalle accuse sono: Francesco Gaetano Caltagirone, Carlo Cimbri, Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Ettore e Tiberio Lonati, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Bruno Leoni ed Emilio Gnutti

Le condanne in primo grado. Il sostituto pg di Milano, Felice Isnardi, nelle scorse udienze aveva chiesto la conferma delle condanne per tutti gli imputati, compresi Consorte – ex presidente di Unipol – e Fazio – ex governatore di Bankitalia – e Sacchetti, ex braccio destro di Consorte. Lo scorso 31 ottobre la prima sezione penale di Milano aveva condannato tutti per uno dei capitoli del cosiddetto “risiko bancario” e della stagione dei “furbetti del quartierino”, che risale all’estate del 2005: Cimbri, ora come allora ad di Unipol, era stato condannato a 3 anni e 7 mesi e gli immobiliaristi Coppola, RicucciStatuto a 3 anni e mezzo; in primo grado erano state comminate condanne a 3 anni e mezzo anche per Gnutti, i fratelli Lonati, Leoni, l’europarlamentare del Pdl Bonsignore e per Caltagirone. Questi ultimi in appello sono stati tutti assolti. In primo grado erano stati assolti alcuni imputati, tra cui l’ex capo della vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca, imputati però per i quali l’accusa non ha poi presentato appello.

“Unipol agì correttamente”. Giovanni Consorte “è stato assolto con la formula perchè il fatto non sussiste dall’accusa di aver manipolato il mercato scalando la banca Bnl. Dopo 7 anni la Corte d’appello riconosce la leicità dell’operazione Bnl da parte di Unipol”è il commento dello staff di Consorte, ora presidente Intermedia: “La Corte ha lasciato sul terreno i reati residui di ostacolo alla vigilanza e di insider trading informativo a favore di Massimo D’Alema e di Piero Fassino”.

“L’Italia ha perso una banca”. “Se non ci fosse stato un intervento così pesante da parte della magistratura, le cose (cioè il destino di Bnl, ndr) sarebbero andate diversamente”. E’ il commento degli avvocati assolti. Secondo i legali Marco Deluca, Giovanni Maria Dedola e Guido Alleva, difensori di Gnutti, Consorte e Caltagirone, le indagini della magistratura milanese hanno impedito che la Bnl rimanesse italiana: “L’Italia – sostengono – ha perso una banca con un danno per l’economia nazionale micidiale”.

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