La lunga ed eccezionale emergenza di neve e ghiaccio ha dato “la conferma che le nuove norme di Protezione civile non funzionano, la legge 10 del febbraio 2011 ha burocratizzato la Protezione civile”. Così Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, parlando in Aula a Bologna nel fare il punto sul maltempo.

Errani ammette che qualcosa andava cambiato: la Protezione civile “ha fatto male” ad occuparsi dei grandi eventi sportivi, ma “bisogna definire cos’è una emergenza” e tornare a far funzionare il sistema di intervento.

La Protezione civile, ha detto, “deve avere chiare le linee guida di gestione e di governo” e “non mi ha convinto che venerdì c’erano 600 mezzi e 1.200 persone a Roma in attesa di qualche centimetro di neve. Un signore in Appennino mi ha detto, di fronte a due metri di neve: a Roma noi andiamo a spalare in ciabatte”.

“Con il Dipartimento nazionale di Protezione civile – ha aggiunto – abbiamo lavorato bene, ma occorre definire in dettaglio la governance dell’emergenza: se è comunale è in capo al sindaco, se è regionale alla Regione, se è nazionale per gravità, non per territorio, deve fare capo al Dipartimento nazionale. La catena di comando non si può spezzettare”.

Questi appunti Errani li ha fatti dopo però aver ringraziato tutto il sistema di Protezione civile che in Emilia-Romagna “ha funzionato”, grazie alla strutturata organizzazione regionale e alla sua colonna mobile, in rete con altre forze, anche di altre regioni, Esercito compreso.

Errani si è fermato anche su quanto accaduto col traffico ferroviario. “I deficit di Trenitalia non hanno riguardato la pulizia dei binari, perché a quello ha pensato la Protezione civile. Al contrario abbiamo avuto di fronte un problema strutturale, con materiale rotabile vecchio che non ha retto in una situazione di emergenza, e c’è stato anche un deficit sul piano della comunicazione”.  “Ma – ha continuato Errani – non siamo stati timidi. Lo abbiamo detto e ripetuto: di fronte agli investimenti fatti dalla Regione pari a più di 250 milioni, c’è lo zero di investimenti statali, una questione strategica da affrontare sul piano nazionale”. La Regione, infatti, a fronte dei disagi subiti da pendolari e viaggiatori, agirà sul piano delle sanzioni nei confronti di Trenitalia. Errani ha anticipato anche la presentazione di un report su quanto accaduto in questo frangente rispetto Trenitalia e Rfi.

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