Il People mover si farà. Non ci sarà raccolta firme o movimento dei cittadini che tenga. Il sindaco di Bologna Virginio Merola rigetta ogni obiezione sulla monorotaia stazione-aeroporto e annuncia: “I cantieri partono a febbraio”. E anche se sui tempi sembra che le idee siano un po’ confuse (si parlava di gennaio fino a ieri), il concetto è chiaro: avanti tutta.

Il primo cittadino del Pd travolge le attese di chi pensava che le fibrillazioni della sua maggioranza in consiglio comunale potessero frenare l’opera. Invece no. Lunedì una mozione del Movimento 5 Stelle aveva chiesto di sospendere l’avvio dei lavori fino alla conclusione dell’istruttoria pubblica e fino a trovare un nuovo assetto nella società che dovrebbe costruire e gestire per 35 anni l’opera in project financing. La mozione è stata bocciata, ma dal solo Partito democratico. Sinistra ecologia e libertà si era astenuta e l’Italia dei Valori. Insomma sul People mover la maggioranza si è già sgretolata, anche se Merola promette che ci metterà una pezza con un prossimo incontro di maggioranza.

Merola intanto esprime un giudizio tranchant anche nei confronti dell’istruttoria pubblica, per la quale il comitato No People mover in 20 giorni ha raccolto 3.700 firme. “L’istruttoria – ha detto il sindaco – serve per dare tutte le adeguate comunicazioni, perché loro possano esprimere i loro pareri. Ma non si discuterà se fare il People mover. Questo è già deciso”.

L’istruttoria per Merola dovrà quindi essere solo informativa, rendendo partecipi i cittadini di ciò che sta già avvenendo. Poco importa, per esempio, se si potrà provare che l’opera che già passano vicino all’aeroporto. Non servirà a niente. Se il progetto esecutivo presentato nei giorni scorsi da Marconi express, la società concessionaria, verrà approvato, i cantieri potrebbero già essere aperti mentre si discute.

In realtà sul sito del Comune di Bologna si spiega che “l’istruttoria pubblica si utilizza “nei procedimenti di elaborazione di atti normativi o amministrativi a contenuto generale” e “al termine dell’ultima seduta (…) una relazione” viene “trasmessa al Consiglio Comunale” e “acquisita come base del dibattito relativo all’oggetto dell’istruttoria”. Se per Merola tutto è deciso, che dibattito ulteriore serve? Insomma questa istruttoria per il People mover, se già è tutto deciso, si potrebbe anche rigettare.

Nel breve incontro coi giornalisti Merola ha anche snocciolato una serie di dati che dimostrerebbero la convenienza nel costruire la monorotaia. “È sostenibile, ha un equilibrio finanziario pari a 837mila passeggeri l’anno. Attualmente l’Aerobus (l’autobus dedicato, ndr) ha raggiunto 850mila passeggeri l’anno”, ha detto il sindaco. “C’è un’obiezione infondata che dice che il mezzo porterebbe solo 30 passeggeri per volta. Se anche fosse vera avremmo una capacità di trasporto di 3 milioni annui di passeggeri, quindi l’equilibrio finanziario è raggiunto già adesso”.

Tuttavia la stessa società concessionaria Marconi express nei giorni scorsi ha chiesto al Comune un allungamento della concessione da 35 a 40 anni, proprio perché i conti non tornano, anche per i ritardi accumulati nella partenza dei lavori.

C’è poi la questione del riassetto societario di Marconi express. La società di progetto, oggi formata dal Consorzio cooperative costruttori e dall’azienda dei trasporti cittadina, Atc, dovrebbe essere rimodulata. L’obiettivo, dopo molte proteste, è fare entrare altri soci, possibilmente privati, e sgravare il peso di Atc. Secondo i patti parasociali tuttora vigenti, infatti, l’azienda trasporti bolognese dovrebbe diventare titolare al 100 % della società di progetto assumendosene tutti i rischi di impresa, mutui inclusi (l’opera vale 100 milioni di euro).

Tra gli aspiranti azionisti si è già fatta avanti Nuova Mobilità, un consorzio di ditte trasporti private di cui fanno parte anche le cooperative bolognesi Saca e Cosepuri. Le due coop già da venti anni gestiscono insieme ad Atc il pullman Aerobus che oggi collega il centro di Bologna all’aeroporto Marconi. “Sia Saca che Cosepuri vorrebbero fare un regalo alla città per i 40 anni del nostro servizio. Vogliamo farlo finanziando una infrastruttura”, spiega a ilfattoquotidiano.it Daniele Passini, numero uno di Saca e di Nuova mobilità. I soci in arrivo dovrebbero mettere a disposizione circa 20 milioni in totale nell’opera, entrando nella Marconi express col 10 % delle azioni.

L’interessamento di Saca e Cosepuri è naturalmente legato alla eliminazione del remunerativo servizio Aerobus, che, secondo gara d’appalto, il Comune si impegna a fermare appena parte il People mover. L’interesse per la nuova monorotaia, quello delle due coop, dunque è stato quasi obbligato.

Tuttavia proprio sullo stop all’autobus che oggi collega con lo scalo, Passini e non solo lui hanno una opinione diversa rispetto ai futuri soci. “L’aerobus almeno nei primi periodi potrebbe anche essere lasciato, inserito dentro la società del People mover – spiega Passini, che poi ammorbidisce la sua posizione – poi evidentemente andrà tolto, perché abbiamo tutto l’interesse che funzioni il People mover”.

Altra grana legata all’Aerobus: anche la Sab – la società aeroportuale, corteggiatissima dal Comune per entrare nell’azionariato della Marconi express – aveva chiesto nei giorni scorsi che l’autobus non scomparisse con l’avvio della monorotaia. Nel frattempo la stessa Sab, che finanzia con 3 milioni il People mover (in pratica si pagherà la stazione people mover in aeroporto), non ha ancora sciolto il nodo del se e quando entrerà nella società Marconi express. Lo ha ammesso lo stesso Merola. Così, a inizio lavori, la società aeroportuale non si decide a partecipare alla holding che gestirà i suoi stessi passeggeri, e che, si promette, avrà i profitti assicurati.

(ha collaborato Ilaria Giupponi)

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