Le elezioni anticipate “non servirebbero a nulla”, all’attuale governo “non esiste alternativa” ed è necessario proseguire con le riforme, in particolar modo quella della giustizia “per tutelare anche il prossimo premier” e la legge Bavaglio, necessaria perché il sistema attuale è “barbaro, è intollerabile”. Insomma, “dopo di me il diluvio”: Silvio Berlusconi come Luigi XV: tenta di rassicurare i suoi elettori con un messaggio ai Promotori della Libertà, quando sembra in realtà ammonire i successori che si sommano fuori dalla porta mentre allontana la morte politica dal suo orizzonte.

“Le elezioni anticipate – dice – non servirebbero a nulla: solo la sinistra, come nel 1994, è eccitata dall’illusione di poter conquistare quello che la sinistra chiama e considera il potere, e non vede l’ora di nuove elezioni. Una pretesa che definisco assurda – continua – che creerebbe solo instabilità e che aprirebbe nuovi spazi alla speculazione finanziaria. Noi abbiamo i numeri per arrivare fino in fondo alla legislatura, come prevede la nostra Costituzione. E andremo avanti – ribadisce Berlusconi – per completare il nostro programma di riforme”.

Il premier ha ribadito che il governo durerà fino al 2013. “Da qui alla conclusione della legislatura mancano meno di due anni e credo che questo tempo debba essere da noi sfruttato appieno per rispondere alle sfide della crisi economica e per realizzare quelle riforme che sono necessarie per il futuro e per gli interessi generali del nostro Paese. Da alcuni giorni non mi occupo che del decreto sulla crescita, del decreto sullo sviluppo che intendiamo presentare a breve al Consiglio dei Ministri. Sto consultando i miei ministri e numerosi tecnici e le altre forze della maggioranza per mettere a punto proposte efficaci in grado di ridare slancio alla nostra economia, pur tra le mille difficolta’ della congiuntura mondiale”, ha aggiunto.

“Nel frattempo – continua – stiamo anche lavorando anche alle riforme, già approvate in Consiglio dei Ministri e che sono già all’esame del Parlamento. La prima riguarda l’architettura istituzionale dello Stato con il superamento del bicameralismo perfetto, che produce le leggi in un tempo troppo lungo, con la creazione di un Senato delle Regioni sull’esempio della Germania, con la riduzione a metà del numero dei parlamentari e soprattutto con l’adeguamento dei poteri del premier che oggi non ne ha alcuno. I Ministri sono nominati dal Capo dello Stato, il Premier non può dimettere alcun ministro e non può imporre nulla ai componenti del Consiglio dei Ministri e quindi questi poteri devono essere portati ad essere uguali a quelli degli altri capi di governo europei. “Chiunque sarà chiamato a governare, ha bisogno degli strumenti per poterlo fare. E il fatto che il Presidente del Consiglio dei ministri non abbia alcun potere è dimostrato anche dal fatto che tutti i governi precedenti sono duranti in media soltanto undici mesi”.

La seconda riforma importante è quella della giustizia. Tutti la ritengono indispensabile, tutti la ritengono non piu’ rinviabile, ma la sinistra sostiene che tale riforma si potrà fare solo quando il sottoscritto si sarà “finalmente tolto di mezzo”. Se questa riforma non si realizzasse, sarà inevitabile che la stessa sorte che è toccata a me per quasi vent’anni tocchi ad altri leader politici che dovessero diventare Presidenti del Consiglio dei Ministri. Che cosa potrebbe toccare? Quello che è toccato a me: di essere messi nel mirino dei magistrati della politica di sinistra, soltanto appunto per ragioni politiche con l’utilizzo della giustizia a fini di lotta politica. “Per questo – conclude -la riforma della giustizia va fatta, e va fatta subito in questa legislatura, e chi verrà dopo di me ne beneficerà enormemente”.

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