Matrimonio ricco di colpi di scena e trame da giallo d’autore per il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Il ministro avrebbe dovuto pronunciare il fatidico sì che lo ha legato alla sua Titti Giovannoni a Villa Rufolo (a Ravello), alle 19,30, ma l’annunciata presenza di precari ha consigliato di anticipare la cerimonia alla scorsa notte beffando così i contestatori, una cinquantina quelli che si sono radunati oggi pomeriggio a Ravello, e i curiosi.

Questa la versione, al termine di una giornata non senza depistaggi, resa pubblica in serata dall’entourage di Brunetta e in particolare da Secondo Amalfitano, che ha materialmente celebrato il rito civile. Un grande bluff con tanto di depistaggi congegnato ad arte o – come sostengono i più maliziosi – una ritirata dell’ultima ora dettata dalle necessità per evitare una sicura contestazione? “Vedrete, Renato sarà puntualissimo come sempre e così anche Titti”, assicurava in mattinata Secondo Amalfitano, amico di Brunetta ed ex sindaco di Ravello, incaricato di celebrare il rito civile. “Una scelta – ha spiegato stasera lo stesso Brunetta ai suoi invitati – di cui mi sono convinto mettendo insieme l’amore per Titti e l’amore che nutro per Ravello”.

I dubbi sono cominciati a sorgere quando alle 19,35 non solo non c’è traccia del ministro con il pallino della puntualità ma neanche degli attesi ospiti, diversi ministri e parlamentari. Con un’unica eccezione, quella del presidente della Campania Stefano Caldoro che alle 19, è il primo ad arrivare a Villa Rufolo. Prima del colpo di scena il proscenio era stato tutto dei precari: una cinquantina con le bandiere rosse dei Cobas, i sacchi di immondizia con le facce di ministri, i tamburi e soprattutto i cori di scherno rivolti a Brunetta: “Cretino, cretino” e “Sei un fannullone” i più gettonati di una vasta serie in cui si fa notare anche quello che augura al ministro un futuro a San Vittore.

Insomma, una presenza più rumorosa e folcloristica che corposa, ma quanto basta per alimentare un clima di tensione. Ad esempio, quando in piazza passa il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, che si manda a quel paese senza tanti giri di parole con i manifestanti. Gli animi si eccitano, ma finisce lì. In precedenza spazio anche per la protesta dei poliziotti del Coisp e dei cassintegrati della Irisbus, azienda irpina con 700 posti di lavoro a rischio: in tutto saranno un quindicina di persone armate di striscioni e di sagome di poliziotti sanguinanti mosse più dalla volontà di approfittare dell’ occasione per avere visibilità che da intenti bellicosi.

Alle 19,50 l’annuncio che il matrimonio non si fa più a Villa Rufolo per la delusione dei curiosi in attesa (200-300 persone) e degli stessi manifestanti che a quel punto lasciano la piazza non senza dedicare un ultimo pensiero al poco amato ministro. In quegli stessi minuti Brunetta è gia all’hotel Caruso a ricevere gli ospiti: assente il premier Silvio Berlusconi, a felicitarsi con gli sposi ci sono i due testimoni di Brunetta, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto (due amiche di vecchia data, invece, i testimoni di Tommasa Giovannoni) e i ministri Galan, Alfano, Carfagna, Fitto, Meloni oltre al presidente del Senato, Renato Schifani. La voce che si sparge in paese è che Brunetta stia pronunciando in quella sede e in quei minuti il fatidico sì. Ma poco prima delle 22 l’ultimo colpo di scena con l’annuncio dell’ex sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano: “Brunetta si è regolarmente sposato a Villa Rufolo la scorsa notte, cinque minuti dopo la mezzanotte”. La festa con un paio di centinaia di invitati prosegue con menù a base di mozzarelle e pizza con torta ricotta e pera. Per il viaggio di nozze, invece, tutto rinviato ad ottobre, in Normandia, dove Brunetta potrà coronare la luna di miele con la sua Titti lontano da precari e fannulloni.

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