Ricucci: Scusa, io ho comprato 4 milioni di titoli con 54 milioni di euro e con 100 milioni di linee di credito, ma possono inficia’ ’na roba del genere? […] Qua ’stamo nel ridicolo, eh? Allora è finito il mondo, no? Eh? Do anna’ in Consob la mattina prima, no?

Fransoni: Ma poi, cosa c’entri tu con gli hedge fund?

Ricucci: Hedge fund? Non so, ma io non so manco che sono questi […]. L’assemblea è saltata lunedì, no? Il problema è che… è di riappropriarci dei nostri diritti di voto per fare l’assemblea il 5 agosto.

Fransoni: Certo.

Ricucci: L’avevo detto, io… guarda che… la cosa de ’a lista, famo la lista propria, famo tutte ’ste cazzate, che tanto non serve a niente tutta ’sta roba, stamo a fa’ i furbetti del quartierino.

Fransoni: Dici proprio parole sante… sono cose… da avvocati di provincia, non da avvocati seri.

Ricucci: Ecco, no, no questo il professor Irti l’ha fatto. Eh, continuiamo a dar retta a tutte ’ste cazzate… Ma quando uno deve seguì ’na strada maestra no?… P’anna’ a Napoli tocca piglia’ l’autostrada del Sole, Roma- Napoli, non è che tocca anna’ sulla Casilina, no? Eh? Io non lo so, guarda, io vado al manicomio, non… Ma che, uno ha rubato? Ma se io avessi rubato, sai uno se deve nasconde… ma che cazzo io non ho fatto niente… Io boh, non lo so. È una roba incredibile, uno non può credere in un progetto… Io credo nel progetto della Banca Popolare Italiana. Punto. Fine. No, dice, er concerto… E sarà concerto… ma che cazzo me ne frega a me de ’sto concerto, o no? Ma che è, ’na cosa de penale?

Fransoni: Ma poi una volta che è stato deciso…

Ricucci:Mica me sto a mette con dei ladri, eh? Me sto a mette insieme a una delle più grandi banche italiane e con altri imprenditori che sono rispettabili, fino a prova contraria, no? I Lonati, Gnutti, no? Giusto?

Fransoni: Uno si dichiarava e basta. Invece ci sta…

Ricucci: Basta… ma tanto… te devi dichiara’ perché c’eravamo rimasti solo noi co ’sto cazzo de cinque per cento in mezzo, no?

Poche ore dopo, Ricucci si sfoga con Gnutti contro i “salotti buoni”, in particolare contro Tronchetti Provera, uno degli azionisti del Corriere che sta sbarrando la strada alla sua scalata a Rcs.

Gnutti: Porca troia!

Ricucci: Da oggi siamo ufficialmente concertisti.

Gnutti: Concertisti. Ma che c’è di nuovo rispetto a prima?

Ricucci: Ah niente. E però adesso è ufficiale, no? Ci hanno fidanzato ufficialmente da oggi, eh?

Gnutti: Ma pensa te, porca troia.

Ricucci: Allora, quando io dico le cose di un mese fa, l’avevo detto, facciamo un patto di sindacato ufficialmente, io te e Gianpiero, ma tanto che dobbiamo nasconde’? […] Eh, è così, Chicco, ma questa mo’ la risolviamo. Ma il problema di fondo è un altro, che uno deve essere… ma tu l’hai letta stamattina l’intervista di quel deficiente di Tronchetti Provera sulla Repubblica di stamattina?

Gnutti: No.

Ricucci: E leggitela, va! Che parla de me e de te… C’è tutta l’intervista del dottor Tronchetti Provera, che loro sono il salotto sano…

Gnutti: Ah, ah!

Ricucci: Cià 45 miliardi di euro di debiti… il salotto sano lui c’ha!

Gnutti: Pensa te.

Ricucci: Ma è una roba incredibile, no?

Gnutti: Eh sì, ma viene, viene a miti consigli anche lui, eh?

Ricucci: Ah sì? E quando però?

Gnutti: Eh, l’anno prossimo.

Ricucci: Ah, l’anno pro… cominciamo a diglielo subito… Mentre gli scalatori telefonano e agiscono, i magistrati indagano e ascoltano.

Poi passano ai fatti: il gip Forleo sequestra le azioni Antonveneta raccolte in modo illegittimo dagli scalatori. Così Fiorani si dimette dalla Bpl. Poi, il 13 dicembre 2005, scattano le manette. Fiorani, il direttore finanziario Boni e altre cinque persone finiscono in carcere per associazione a delinquere, appropriazione indebita e aggiotaggio. Il 19 dicembre, dopo mesi di ostinata resistenza, se ne va anche Fazio, indagato a Roma per abuso d’ufficio.

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Antonveneta, dal “bacio in fronte” ai “furbetti del quartierino”

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