Ma davvero il Parlamento ha votato all’unanimità (21 ottobre) una mozione del Pd sulla necessità, priorità e urgenza di un’opera così contestata e inutile come la Tav Torino Lione? Con un po’ di fatica ho trovato solo la seguente agenzia su un pallido parziale dissenso.

Screzi all’interno dell’Italia dei Valori durante il voto alla Camera. In dissenso con la linea del gruppo, favorevole alla Tav, i deputati Francesco Barbato e Pierfelice Zazzera si erano iscritti a parlare ma pare che il capogruppo Idv Massimo Donadi sia intervenuto, facendo ampi gesti verso lo scranno della presidenza della Camera, per dire che la richiesta di intervento era stata ritirata. «Ci eravamo iscritti a parlare. Ma alla fine non ci è stato consentito. Per questo durante la votazione ci siamo alzati mostrando la scheda magnetica in segno di dissenso e protesta», ha spiegato all’Asca Barbato.

«Siamo favorevoli all’Alta velocità ma non a calpestare le giuste istanze dei cittadini e dei sindaci della Val di Susa, che a differenza di quello che dice la Lega, non crediamo siano dei mammalucchi», argomenta il deputato dell’Idv, che conclude: «Ci è stato chiesto di non mostrare all’esterno il nostro dissenso ma non ce la siamo sentita di tacere le nostre posizioni. Non si possono ricreare situazioni simili a quelle che accadono a Terzigno, dove decisioni autoritarie vengono prese senza un minimo di compartecipazione dei cittadini».
 
Dunque due soli dissidenti, e parziali. Se le cose stanno così è davvero possibile che quando tra due o tre mesi tenteranno di aprire il cantiere per il “cunicolo esplorativo” di Chiomonte il governo possa adottare dispositivi di militarizzazione assai pesanti. Con quali conseguenze politiche? Ma perchè il Pd e la Idv si mettono su questa linea? Con tutto quello che c’è da fare e migliorare nelle ferrovie italiane, e nel trasporto pubblico locale, come si può pensare di impegnare 9 miliardi (che poi alla fine saranno di più) per una seconda linea Torino Lione?

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