di Sara Nicoli

L’esordio è perentorio: "Gianfranco avrebbe fatto meglio a restare a casa sua, in via della Scrofa 39, nel suo partito. Che cosa c’ha guadagnato a svendere il partito a Berlusconi? Nulla, solo di diventare suo subalterno”.
Donna Assunta Almirante, nel giorno dell’Epifania, sfoglia i giornali con rabbia. Ce l’ha con "questa classe politica che sta portando l’Italia ad un livello di degrado morale mai visto perché è incompetente e inadeguata al ruolo". “Sono tutti dei nominati – tuona dal divano del suo appartamento ai Parioli, a Roma – pieni di presunzione e minacciano pure di cambiare la Costituzione come se loro fossero in grado di scriverne una migliore. Ma mi facciano il piacere!"

I soliti comunisti, donna Assunta?

 

"Macché! Ce l’ho con i miei. E con i loro. Con i miei che adesso non rispondono neanche al telefono se li chiami (a parte La Russa, che per me c’è sempre) perché chissà chi si credono di essere diventati. E anche con i loro. Perché Bersani e Franceschini, mi si consenta, non sono proprio all’altezza.
Ma pensi che sono due giorni che provo a chiamare Matteoli e non risponde. Ma le pare normale? Io arrivo al Papa e non arrivo a loro? Ma andiamo! E lo sa perché questo succede? Perché sono dei nominati, perché nessuno si è mai dovuto sudare nulla, mentre io cittadina devo aver diritto a scegliere i miei rappresentanti e di votarli, invece questo diritto non ce l’ho per cui dico agli italiani: non andate più a votare, non legittimate più questa classe politica che ci ha tolto ogni valore e che sta portando il paese allo sfascio anche dal punto di vista economico".

Siamo senza scampo? Governano i suoi…

 

"Alt! Diciamo le cose come stanno. Il Pdl è un partito senz’anima. E io mi auguro che Gianfranco se ne renda conto e torni indietro. Deve avere il coraggio di farlo, tanto è chiaro che non potrà essere il successore di Berlusconi e che non avrà mai voce in capitolo; lui è un monarca, comanda solo lui. Gianfranco ha sbagliato a chiudere il partito, doveva fare come la Lega, dare l’appoggio esterno, e questo non gli avrebbe certo impedito di fare il presidente della Camera. Ma con bel altro potere".

Alla scissione, dunque!

 

"Siamo tutti delusi, soprattutto i militanti. Lei non sa quanta gente mi chiama o mi ferma per strada e mi chiede: quando ce ne andiamo? Io rispondo che non posso saperlo, che conto solo sul coraggio di Gianfranco di ammettere un errore e di tornare sui suoi passi; ?Almirante gli ha lasciato un partito vero, ricco di valori morali ed economicamente solido. Mi creda, la gente lo voterebbe eccome il ritorno di An!".

I sondaggi dicono di no.

 

"I sondaggi sono solo porcherie. Solo Berlusconi ci crede. Meglio ognuno per la sua strada, perché An, invece, ha sempre fatto politica vera, in mezzo alla gente e per la gente quando Berlusconi vendeva mattoni. Dobbiamo tornare indietro. Posso dirle un’ultima cosa?"

Prego…

 

"Leggo tutti i giorni Il Fatto Quotidiano…"

Non ci posso credere.

 

"E’ un bellissimo giornale, faccia i complimenti al direttore Padellaro. E gli dica anche di controllare la diffusione ai Parioli, che ogni tanto l’edicolante me lo nasconde…"

Da Il Fatto Quotidiano del 7 gennaio

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