Non lo so, forse il collega straniero che s’è preso del “testa di c.” dal nostro ministro dell’Economia per una domanda sgradita sullo scudo-condono sarà al soldo di potenti organizzazioni giudaico-pluto-massoniche, interessate all’impoverimento della Patria.

Vista la cifra culturale imperante, non si può escludere che prima o poi qualche esponente della maggioranza di centrodestra tiri fuori anche qualche complotto in stile “Perfida Albione”. Ma a noi de Il Fatto Quotidiano piace sognare che nelle prossime conferenze stampa vi siano sempre meno farfalline e sempre più “teste di c.”, magari con passaporto italiano. Sarebbe bello poter ascoltare colleghi che chiedono a Tremonti come mai Trichet gli abbia bocciato per due volte la tassa sull’oro. O perché si è messa in giro una voce incredibile, come quella che i soldi dello Scudo Tre si potessero dirottare in Abruzzo, pur sapendo che Bruxelles non l’avrebbe mai consentito. E sarebbe una bella prova di coraggio e trasparenza se il nostro ministro dell’Economia facesse nomi e cognomi di chi ha provato a tirargli la giacchetta, “facendo uscire sui giornali bozze di provvedimenti che non avevo manco letto”.

Sappiamo che da bravo tributarista ha un sacro rispetto per la privacy, ma anche a questa domanda sarebbe bello rispondesse. Poi, certo, il problema è che queste domande di solito non gliele fanno. Ancora per un paio di mesi, dai. 

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