Israele: “Risponderemo al raid Teheran”. Guterres (Onu): “Iran da condannare, ma Tel Aviv non doveva attaccare il loro consolato”

Tel Aviv pensa a una risposta dopo il lancio di 300 droni da parte di Teheran: "Ma non subito". Khamenei: "Gerusalemme sarà musulmana". Le potenze internazionali chiedono di evitare l'escalation. All'Onu discussione infuocata, Israele: "Tutte le sanzioni possibili"

Aggiornato: 00:01

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    23:56

    Il punto della giornata

    Il gabinetto di guerra di Israele ha deciso che arriverà una risposta all’attacco con oltre 300 tra droni e missili da parte dell’Iran. Ma a livello strategico Tel Aviv ha deciso – anche su pressioni di alcuni membri, come Gantz, l’alleato-nemico di Netanyahu – di temporeggiare, riservandosi di decidere quale sarà la portata della reazione al raid di Teheran nella notte tra sabato e domenica. Un freno lo hanno tirato anche gli Stati Uniti e tutte le potenze mondiali, riunitesi in un G7 di emergenza e impegnate convincere Israele a non mostrare i muscoli immediatamente per evitare un’escalation che trascinerebbe gli Usa in una faccia a faccia diretto con il regime degli ayatollah. La Casa Bianca ha ribadito più volte che non sosterrà Israele nel caso decidesse un contrattacco immediato e anche in seno all’Onu l’ambasciatore statunitense ha ribadito la necessità di abbassare la tensione, fermo restando la necessità di punire Teheran per aver violato gli obblighi internazionali.

    Al Palazzo di Vetro, nel corso del Consiglio di sicurezza, il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato fermare l’azione iraniana ma ha anche voluto sottolineare l’inviolabilità delle sedi diplomatiche, sottintendendo che l’attacco di Israele al consolato di Damasco è stato un errore. La discussione in seno al Consiglio di sicurezza ha assunto anche toni molto forti, con Tel Aviv arrivata a paragonare il regime iraniano al Terzo Raich e l’ayatollah Khamenei a Hitler: “Servono tutte le sanzioni possibili contro di loro”, è stata la richiesta. Si vedrà nei prossimi giorni, ma la linea statunitense sembra proprio essere quella: una reazione coordinata con gli alleati nei prossimi giorni per “punire” il raid con una sfilza di sanzioni. Il massimo possibile, così da calmare la furia del premier israeliano e dell’ala più intransigente del suo governo dando un segnale all’Iran senza rischiare che saltino i delicati equilibri in altri Paesi del mondo mediorientale. Una nuova sfida per la presidenza di Joe Biden e gli alleati occidentali, che nel comunicato finale della riunione del G7 hanno anche rimarcato la necessità di abbassare la tensione anche dentro la Striscia di Gaza

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  • 23:56

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    Il gabinetto di guerra di Israele ha deciso che arriverà una risposta all’attacco con oltre 300 tra droni e missili da parte dell’Iran. Ma a livello strategico Tel Aviv ha deciso – anche su pressioni di alcuni membri, come Gantz, l’alleato-nemico di Netanyahu – di temporeggiare, riservandosi di decidere quale sarà la portata della reazione al raid di Teheran nella notte tra sabato e domenica. Un freno lo hanno tirato anche gli Stati Uniti e tutte le potenze mondiali, riunitesi in un G7 di emergenza e impegnate convincere Israele a non mostrare i muscoli immediatamente per evitare un’escalation che trascinerebbe gli Usa in una faccia a faccia diretto con il regime degli ayatollah. La Casa Bianca ha ribadito più volte che non sosterrà Israele nel caso decidesse un contrattacco immediato e anche in seno all’Onu l’ambasciatore statunitense ha ribadito la necessità di abbassare la tensione, fermo restando la necessità di punire Teheran per aver violato gli obblighi internazionali.

    Al Palazzo di Vetro, nel corso del Consiglio di sicurezza, il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato fermare l’azione iraniana ma ha anche voluto sottolineare l’inviolabilità delle sedi diplomatiche, sottintendendo che l’attacco di Israele al consolato di Damasco è stato un errore. La discussione in seno al Consiglio di sicurezza ha assunto anche toni molto forti, con Tel Aviv arrivata a paragonare il regime iraniano al Terzo Raich e l’ayatollah Khamenei a Hitler: “Servono tutte le sanzioni possibili contro di loro”, è stata la richiesta. Si vedrà nei prossimi giorni, ma la linea statunitense sembra proprio essere quella: una reazione coordinata con gli alleati nei prossimi giorni per “punire” il raid con una sfilza di sanzioni. Il massimo possibile, così da calmare la furia del premier israeliano e dell’ala più intransigente del suo governo dando un segnale all’Iran senza rischiare che saltino i delicati equilibri in altri Paesi del mondo mediorientale. Una nuova sfida per la presidenza di Joe Biden e gli alleati occidentali, che nel comunicato finale della riunione del G7 hanno anche rimarcato la necessità di abbassare la tensione anche dentro la Striscia di Gaza

  • 23:46

    Iran: “Non vogliamo un conflitto con gli Usa”

    “L’Iran non ha intenzione di impegnarsi in un conflitto con gli Stati Uniti nella regione. Tuttavia, se gli Stati Uniti avviassero operazioni militari contro l’Iran, i suoi cittadini, o la sua sicurezza e i suoi interessi, l’Iran utilizzerà il suo diritto intrinseco a rispondere in modo proporzionato”. Lo ha detto l’ambasciatore iraniano all’Onu Saed Iravani al Consiglio di Sicurezza. Le cause alla radice dell’attuale situazione sono chiare a tutti”, ha poi detto l’ambasciatore iraniano all’Onu, ricordando gli oltre 30 mila palestinesi uccisi a Gaza e le infrastrutture distrutte. “Il focus di Israele è commettere altri atroci crimini senza interesse per il rispetto delle leggi internazionali”, ha continuato chiedendo al Consiglio di Sicurezza Onu di “adottare misure punitive immediate contro Israele”. 

  • 23:39

    L’Iran all’Onu: “No escalation. Israele deve rispondere dei suoi crimini”

    “Israele deve rispondere delle sue azioni, dei crimini e delle atrocità commesse. Il Consiglio di sicurezza deve agire tempestivamente. Qui non c’è nessuna guerra per procura e noi non vogliamo un’escalation del conflitto”. Così Amir-Saeid Iravani, rappresentante dell’Iran durante il suo intervento nella riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

  • 23:26

    Israele: “Khamenei come Hitler, tutte le sanzioni possibili”

    “Il regime iraniano non è diverso dal Terzo Reich e l’ayatollah Ali Khamanei non è diverso da Hitler”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan al Consiglio di Sicurezza chiedendo “tutte le sanzioni possibili” contro l’Iran. “L’escalation senza precedenti di ieri sera mostra cosa succede quando gli avvertimenti non sono ascoltati – ha continuato – Il fatto che ieri Israele si sia mostrato superiore non toglie la brutalità dell’attacco”.

  • 23:05

    Uk all’Onu: “Iran vuole destabilizzare la regione”

    L’ambasciatrice britannica all’Onu Barbara Woodward ha avvertito che le azioni dell’Iran pongono un “grave rischio” di escalation nella regione e Teheran svolge un ruolo “inaccettabile” nel destabilizzare la regione. “Con questo attacco l’Iran ha dimostrato ancora una volta l’intento di scatenare il caos nella regione, e il Regno Unito continuerà a difendere la sicurezza di Israele così come quella di Giordania e Iraq”, ha aggiunto, avvertendo tuttavia che “nessuno vuol vedere ulteriori spargimenti di sangue”.

  • 23:05

    Usa all’Onu: “Servono provvedimenti contro l’Iran”

    “Il diritto all’autodifesa non può essere sostenuto. Nei prossimi giorni parleremo con i nostri partner e proporremmo altri provvedimenti nei confronti dell’Iran”. Così il rappresentate Usa all’Onu, Robert Wood nel suo intervento alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Il miglior modo per prevenire un’escalation -ha sottolineato- è una condanna non ambigua di questo attacco su larga scala e senza precedenti, siamo di fronte a violazioni degli obblighi internazionali”.

  • 22:41

    Usa: “Discuteremo misure punitive all’Onu”

    “Nei prossimi giorni discuteremo con i nostri partner nuove misure punitive per rendere l’Iran responsabile in accordo con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e per ora vogliamo la condanna dell’attacco dell’Iran a Israele”. Lo ha detto l’ambasciatore americano all’Onu Robert Wood durante la riunione del Cds, alludendo alla possibilità di presentare un progetto di risoluzione con nuove sanzioni contro Teheran. “Gli Usa non vogliono una escalation – ha aggiunto – ma il modo migliore per evitarla è condannare le azioni sconsiderate dell’Iran”. L’ambasciatore americano all’Onu ha ribadito che l’obiettivo degli Usa è la de-escalation, ma “se l’Iran o i suoi delegati agiranno contro gli Stati Uniti o i suoi alleati, l’Iran sarà ritenuto responsabile”. Quindi ha ribadito la “condanna nei termini più forti” degli Usa dell’attacco di Teheran a Israele. “Le azioni sconsiderate dell’Iran non rappresentano una minaccia solo per il popolo israeliano, ma anche altre popolazioni nella regione. Per troppo tempo l’Iran ha violato gli obblighi internazionali”, ha detto ancora.

  • 22:16

    Guterres condanna l’Iran ma bacchetta Israele

    Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha ribadito al Consiglio di Sicurezza la sua “ferma condanna della grave escalation rappresentata dall’attacco dell’Iran a Israele”, ricordando a tutti i paesi membri che la Carta Onu vieta l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualunque Stato”. “Vige inoltre il principio dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari e il personale deve essere rispettato”, ha aggiunto ricordando la “condanna” dell’attacco israeliano del 1 aprile al consolato iraniano a Damasco.

  • 22:13

    Guterres: “Medio Oriente è sull’orlo del baratro”

    “Il Medio Oriente è sull’orlo del baratro. La popolazione si trova ad affrontare il pericolo reale di un devastante conflitto su vasta scala. Ora è il momento di allentare la tensione, della massima moderazione e di fare un passo indietro dal baratro”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza. “Abbiamo la responsabilità condivisa di coinvolgere attivamente tutte le parti interessate per prevenire un’ulteriore escalation – ha aggiunto – Né la regione né il mondo possono permettersi altre guerre”. Il segretario generale dell’Onu ha poi ribadito che “è fondamentale evitare qualsiasi azione che possa portare a grandi scontri militari su più fronti in Medio Oriente. I civili stanno già sopportando il peso maggiore e pagando il prezzo più alto”. Quindi, ha avvertito che “la pace e la sicurezza a livello regionale, e in effetti globale, vengono minate di ora in ora”.