Gaza, la diretta – Gallant: “La Striscia sarà governata dai palestinesi”. Nuovo video di Hamas: “Morti due dei tre ostaggi mostrati domenica. Uccisi dalle bombe d’Israele”

Continuano gli attacchi israeliani a Khan Yunis (nel settore meridionale della Striscia) e nel vicino campo profughi di el-Bureij. Intanto il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato un nuovo bilancio di 24.100 morti

Aggiornato: 09:25

  • 20:30

    Esercito Israele: “Non abbiamo ucciso noi gli ostaggi”

    “Smentiamo formalmente le bugie di Hamas secondo cui gli ostaggi sarebbero stati uccisi in seguito ai nostri attacchi”, ma “sappiamo che abbiamo preso di mira e distrutto le infrastrutture dei terroristi situate vicino al luogo in cui erano detenuti”. Lo ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, commentando il video diffuso dalle Brigate al-Qassam in cui si annuncia la morte di due ostaggi a causa dei raid israeliani su Gaza. “Abbiamo informato le famiglie della nostra profonda preoccupazione per la sorte di Itay Sabirsky e di un altro ostaggio. Potrebbero essere morti”, ha aggiunto il portavoce.

  • 20:18

    Crosetto: “Non possiamo fare attacchi preventivi. Lunedì decidiamo con l’Ue”

    “Decideremo con l’europa cosa fare, nella riunione di lunedì. Oggi abbiamo fatto un incontro a Palazzo Chigi con il ministro Tajani e il sottosegretario Mantovano per definire la posizione dell’Italia, vedremo l’Europa se riuscirà a costruire un’operazione a tutela di sé stessa”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite di ‘Cinque minutì su Rai Uno, riferendosi alla situazione nel Mar Rosso e agli attacchi degli Houti alle navi in transito dal canale di Suez. “La missione europea, a differenza di quella americana o Uk, se partirà, potrà mandare navi che potranno difendere sé stesse e le navi mercantili che scorteranno, quindi respingere gli attacchi da parte degli Houti. La differenza tra i paesi europei e quelli anglosassoni è che noi l’attacco preventivo non possiamo farlo, da Costituzione e per legge”, ha spiegato il ministro, ricordando che per evitare il canale di Suez le navi sono costrette a “un giro di 5920 km in più, e dopo sono incentivate ad andare in altri porti, non italiani. Il 40% nostro commercio marittimo passa attraverso Suez, una parte fondamentale della nostra ricchezza, 140 miliardi. L’Italia – ha ricordato Crosetto – ha distaccato una delle fregate che era nella missione Atalanta anti pirateria a protezione delle nostre navi mercantili che passavano in quella zona. Non è bastato. Gli attacchi sono sempre più frequenti”.

  • 20:17

    Crosetto: “Speriamo di convincere Netanyahu a cambiare posizione”

    “Speriamo di convincere Benyamin Netanyahu a cambiare posizione. Tutti possono cambiare posizione, anche lui. L’impegno nostro, fin dall’inizio, è sempre stato quello di dire ad Israele che capivamo la sua reazione ma doveva discernere nei suoi attacchi tenendo fuori la popolazione civile. Non è stato così in questi mesi”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al programma ‘Cinque minutì, in onda su Rai 1. Quando al dopo l’eventuale fine delle ostilità, Crosetto ha ricordato che “lo stesso ministro della Difesa israeliano ha ipotizzato quale potrebbe essere lo scenario: un contingente internazionale, noi ipotizziamo a guida Onu, che possa garantire la sicurezza di una Striscia gestita dai palestinesi, non da Hamas”.

  • 20:00

    Guterres: “Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”

    “Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese. La situazione umanitaria a Gaza è al di là di qualsiasi parola. Nessuno è al sicuro” nella Striscia di Gaza. Ad affermarlo è il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres sottolineando che “i resoconti delle violenze sessuali commesse da Hamas e altri il 7 ottobre devono essere rigorosamente indagati e perseguiti”. Per Guterres, “abbiamo bisogno di un cessate il fuoco umanitario immediato per garantire che aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari. Per facilitare il rilascio degli ostaggi”. Il segretario generale dell’Onu chiede “ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Nel frattempo, devono essere trattati umanamente e devono essere autorizzati a ricevere visite e assistenza da parte del Comitato internazionale della Croce Rossa”. Le persone sfollate, aggiunge, “vengono spinte in aree sempre più limitate del sud che stanno diventando intollerabili e pericolosamente congestionate”.

  • 19:52

    Gallant: “A Gaza governeranno i palestinesi”

    “Saranno i palestinesi a governare a Gaza” dopo la guerra. “Il potere là deve essere una loro emanazione”: lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un intervento televisivo. “La fine di ogni campagna militare – ha affermato Gallant – deve essere collegata a un gesto politico. E’ il pensiero politico che guida quello militare”. “A Gaza – ha proseguito – vivono palestinesi e quindi i palestinesi vi governeranno in futuro”. ‘Il potere futuro a Gaza – ha aggiunto – deve essere una emanazione dall’interno della Striscia di Gaza e basarsi su forze che non siano ostili a Israele e che rappresentino un’alternativa civile la quale si dedichi al benessere della popolazione locale”. 

  • 19:00

    Israele: “Da Hamas tortura psicologica per le famiglie degli ostaggi”

    “Hamas esercita una tortura psicologica sulle famiglie degli ostaggi”. Lo ha detto il ministo della difesa Yoav Gallant dopo l’ultimo video diffuso da Hamas con i corpi di due rapiti. “L’esercito – ha aggiunto – è in contatto costante con le famiglie e inoltra loro informazioni verificate”. L’esercito – ha spiegato – “fornirà ulteriori dettagli in seguito”. “Se dovesse cessare – ha concluso – la pressione militare sul terreno, il destino degli ostaggi resterebbe incerto per anni”.

  • 19:00

    Terzo ostaggio Hamas: miei compagni uccisi dalle bombe di Israele

    Sono stati uccisi “nei raid delle nostre Forze di difesa israeliane” due degli ostaggi che erano stati mostrati ieri sera in un video di Hamas. Lo dice Noa Argamani, la ragazza rapita al rave il 7 ottobre scorso, portata via in moto dai terroristi. Nel video, che Israele non è stato pubblicato, si vedono le immagini dei due uomini morti, Yossi Sharabi e Itay Svirsky.

  • 18:59

    Feriti due francesi nell’attacco terroristico in Israele

    La Francia “condanna con la più grande forza l’attacco terroristico che a Raanana”, a nord di Tel Aviv, “ha fatto almeno un morto e 17 feriti, tra cui diversi bambini. Niente giustifica il terrorismo”. Ad affermarlo è un portavoce del Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese sottolineando che “due giovani francesi figurano tra i feriti”. Il Consolato generale di Francia a Tel Aviv “è interamente mobilitato in sostegno a noi concittadini di Raanana”. La Francia, aggiunge, “auspica un rapido recupero ai feriti” e “assicura Israele della sua solidarietà”.

  • 18:38

    Morti due dei tre ostaggi mostrati da Hamas in un video

    Sono morti Yossi Sharabi e Itay Svirsky, due dei tre ostaggi del video diffuso da Hamas ieri sera. Lo fa intendere in un nuovo filmato pubblicato in serata Noa Argamani, la ragazza rapita che compariva nello stesso video messo su Telegram dal gruppo terroristico. Nel filmato di oggi – che in Israele non è stato pubblicato – si vedono le immagini dei due ostaggi uomini privi di vita. Secondo il racconto di Argamani, che non è stato possibile verificare, i due “sono stati uccisi in due bombardamenti israeliani separati”. 

  • 17:44

    Sei petroliere si allontanano dal Mar Rosso per il pericolo Houthi

    Almeno sei petroliere si stanno allontanando dal Mar Rosso meridionale in seguito agli attacchi del gruppo yemenita Houthi sostenuto dall’Iran, l’ultimo in ordine di tempo alle 16, ora di Sanaa, contro un mercantile di proprietà Usa colpito da un missile balistico antinave. Secondo la compagnia Intertanko, citata dal Times of Israel, in seguito agli attacchi, le Forze marittime combinate (Cmf) guidate dagli Stati Uniti con sede in Bahrein venerdì hanno avvertito tutte le navi di evitare lo stretto di Bab el-Mandeb, all’estremità meridionale del Mar Rosso. Prima degli attacchi statunitensi e britannici allo Yemen, erano soprattutto le navi portacontainer ad evitare il Mar Rosso, con il traffico di petroliere sostanzialmente invariato nel mese di dicembre. Ma dopo l’avvertimento del Cmf, un numero crescente di petroliere sta evitando la regione, aumentando il rischio di interruzioni della fornitura di petrolio da est a ovest attraverso il Canale di Suez. Con le sei petroliere che hanno cambiato rotta oggi, un totale di almeno 15 navi ha allungato il percorso circumnavigando l’Africa ed evitato il Mar Rosso, come mostrano i dati di tracciamento di Lseg e Kpler, riferisce Times of Israel. La deviazione implica che la tratta allunga il percorso fino a 3 settimane. I proprietari di navi cisterna, tra cui Torm, Hafnia e Stena Bulk, hanno affermato che eviteranno Bab el-Mandeb, mentre Euronav ha ribadito la sua sospensione temporanea dei transiti attraverso il Mar Rosso.