Gaza, la diretta – Primo giorno di tregua: liberati 24 ostaggi e 39 prigionieri palestinesi. Netanyahu: “Spagna e Belgio sostengono il terrorismo”

Il cessate il fuoco dovrebbe durare almeno fino a lunedì. L'Onu: 137 camion con aiuti entrati nella Striscia. Biden: "Chance reali di estendere la tregua". Poi dice: "Soluzione a due Stati più importante che mai". Madrid a Israele: "Accuse false e inaccettabili". E convoca l'ambasciatrice

Aggiornato: 09:19

  • In Evidenza
    21:24

    Liberati 24 ostaggi: 13 israeliani. Il primo giorno di tregua – IL PUNTO

    Sono liberi i primi 13 ostaggi israeliani, donne e bambini, dopo quasi 50 giorni trascorsi nei tunnel dei terroristi a Gaza. Assieme a loro sono stati rilasciati da Hamas anche undici stranieri, mentre Israele ha scarcerato 39 palestinesi.
    La tregua, come da programma, è scattata stamattina alle 7 (le 6 in Italia) per consentire lo scambio di prigionieri. L’operazione sarà ripetuta fino a lunedì compreso per arrivare alla cifra finale di 50 ostaggi in cambio di 150 detenuti palestinesi che non si sono macchiati di omicidio, secondo la condizione posta da Israele alla fazione islamica. Non è escluso che il cessate il fuoco vada oltre i 4 giorni già concordati e che si arrivi al rilascio di 100 rapiti israeliani in cambio di 300 palestinesi.
    Alle 16 in punto sono cominciate le operazioni per lo scambio precedute da una lunga preparazione che – sul versante di Gaza, dove dall’Egitto sono rientrati circa 80 palestinesi e 137 camion di aiuti umanitari – ha coinvolto la Croce Rossa. Hamas ha consegnato all’organizzazione internazionale gli ostaggi: 9 donne (per la maggior parte anziane), 3 bambine e un bambino, tutti del kibbutz di Nir Oz, uno dei più colpiti dalle razzie dei miliziani. In quell’insediamento i rapiti sono stati 75, di cui 13 bambini. La lista dei rilasciati comprende Doron Katz Asher (34 anni), Aviv Asher (2), Raz Asher (4), Daneil Alloni (45), Emilia Alloni (6), Keren Monder (54), Ohad Monder (9), Ruthi Monder (78), Yaffa Aadar (85), Margalit Moses (77), Hanna Katzir (77), Adina Moshe (72) e Hanna Perri (79). In questa prima lista non c’è il nome di Avigail Idan, la bimba di 4 anni (compiuti proprio oggi) con doppia cittadinanza israelo-americana i cui genitori sono stati uccisi il 7 ottobre e di cui Washington ha fortemente auspicato la liberazione.
    La consegna alla Croce Rossa da parte della fazione islamica è avvenuta a Khan Yunis, nel sud della Striscia, ed è lì che gli israeliani hanno ricevuto una prima visita medica dove non sono stati riscontrati particolari problemi. Da Khan Yunis il convoglio si è diretto verso il valico di Rafah, attraverso il quale è passato in territorio egiziano. Lì gli ormai ex ostaggi sono stati presi in consegna dalle forze israeliane – a cominciare dallo Shin Bet, che ha verificato identità e condizioni fisiche -, quindi sono rientrati in territorio israeliano attraverso il valico commerciale di Kerem Shalom, come mostra un video diffuso dall’esercito, per essere portati nella base militare di Hatzarim, nel Negev. Elicotteri attrezzati con speciale cuffie per i più piccoli per attutire il rumore li hanno infine condotti negli ospedali predisposti, dove hanno finalmente riabbracciato le loro famiglie. Secondo le prime informazioni, le condizioni dei rapiti sono buone.
    Gli israeliani non sono stati i soli ostaggi ad essere liberati da Hamas. Insieme a loro – grazie alla mediazione egiziana in un accordo separato – sono stati rilasciati anche 10 thailandesi e un filippino che saranno assistiti in Israele.
    “Abbiamo completato il rientro dei primi dei nostri ostaggi. Siamo impegnati a riportare tutti a casa, la guerra continua”, ha commentato in serata il premier Benyamin Netanyahu.
    Contemporaneamente al rilascio degli ostaggi, Israele ha liberato, come pattuito, i primi 39 palestinesi. Si tratta di 24 donne e 15 minorenni che hanno lasciato il carcere militare di Ofer, in Cisgiordania, a bordo di due autobus della Croce rossa, diretti verso due località: il posto di blocco di Bitunya (Ramallah), dove sono stati rilasciati i residenti in Cisgiordania; ed il Comando centrale della polizia di Gerusalemme, per quanti vivono nella parte est della città.
    A Gaza intanto alcuni sfollati palestinesi nel sud hanno tentato di rientrare al nord, contrariamente a quanto previsto dall’accordo tra le parti. L’esercito aveva ammonito a non intraprendere il viaggio sia con volantini in arabo sia con post sui social: nel tentativo di passare comunque, due palestinesi sono stati uccisi e altri 15 feriti dal fuoco israeliano.

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  • 22:31

    Ostaggi israeliani arrivati in ospedale

    Gli elicotteri che trasportavano gli ostaggi israeliani rilasciati oggi da Hamas sono arrivati in diversi ospedali in tutto Israele. Lo riferisce il Guardian, spiegando che nelle strutture sanitarie si ricongiungeranno con le loro famiglie.

  • 21:36

    Madrid convoca l’ambasciatrice israeliana: “Spieghi le accuse”

    Madrid ha convocato a colloquio l’ambasciatrice israeliana in Spagna Rodica Radian-Gordon, per chiederle “spiegazioni sulle accuse inaccettabili e false” rivolte oggi dal governo dello Stato ebraico al premier Pedro Sánchez: lo ha detto il ministro degli Esteri José Manuel Albares in diretta su Rtve.

  • 21:26

    Israele riceve la lista degli ostaggi che saranno liberati domani

    Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che dovrebbero essere liberati domani. Lo scrive Haaretz.

  • 21:24

    Liberati 24 ostaggi: 13 israeliani. Il primo giorno di tregua – IL PUNTO

    Sono liberi i primi 13 ostaggi israeliani, donne e bambini, dopo quasi 50 giorni trascorsi nei tunnel dei terroristi a Gaza. Assieme a loro sono stati rilasciati da Hamas anche undici stranieri, mentre Israele ha scarcerato 39 palestinesi.
    La tregua, come da programma, è scattata stamattina alle 7 (le 6 in Italia) per consentire lo scambio di prigionieri. L’operazione sarà ripetuta fino a lunedì compreso per arrivare alla cifra finale di 50 ostaggi in cambio di 150 detenuti palestinesi che non si sono macchiati di omicidio, secondo la condizione posta da Israele alla fazione islamica. Non è escluso che il cessate il fuoco vada oltre i 4 giorni già concordati e che si arrivi al rilascio di 100 rapiti israeliani in cambio di 300 palestinesi.
    Alle 16 in punto sono cominciate le operazioni per lo scambio precedute da una lunga preparazione che – sul versante di Gaza, dove dall’Egitto sono rientrati circa 80 palestinesi e 137 camion di aiuti umanitari – ha coinvolto la Croce Rossa. Hamas ha consegnato all’organizzazione internazionale gli ostaggi: 9 donne (per la maggior parte anziane), 3 bambine e un bambino, tutti del kibbutz di Nir Oz, uno dei più colpiti dalle razzie dei miliziani. In quell’insediamento i rapiti sono stati 75, di cui 13 bambini. La lista dei rilasciati comprende Doron Katz Asher (34 anni), Aviv Asher (2), Raz Asher (4), Daneil Alloni (45), Emilia Alloni (6), Keren Monder (54), Ohad Monder (9), Ruthi Monder (78), Yaffa Aadar (85), Margalit Moses (77), Hanna Katzir (77), Adina Moshe (72) e Hanna Perri (79). In questa prima lista non c’è il nome di Avigail Idan, la bimba di 4 anni (compiuti proprio oggi) con doppia cittadinanza israelo-americana i cui genitori sono stati uccisi il 7 ottobre e di cui Washington ha fortemente auspicato la liberazione.
    La consegna alla Croce Rossa da parte della fazione islamica è avvenuta a Khan Yunis, nel sud della Striscia, ed è lì che gli israeliani hanno ricevuto una prima visita medica dove non sono stati riscontrati particolari problemi. Da Khan Yunis il convoglio si è diretto verso il valico di Rafah, attraverso il quale è passato in territorio egiziano. Lì gli ormai ex ostaggi sono stati presi in consegna dalle forze israeliane – a cominciare dallo Shin Bet, che ha verificato identità e condizioni fisiche -, quindi sono rientrati in territorio israeliano attraverso il valico commerciale di Kerem Shalom, come mostra un video diffuso dall’esercito, per essere portati nella base militare di Hatzarim, nel Negev. Elicotteri attrezzati con speciale cuffie per i più piccoli per attutire il rumore li hanno infine condotti negli ospedali predisposti, dove hanno finalmente riabbracciato le loro famiglie. Secondo le prime informazioni, le condizioni dei rapiti sono buone.
    Gli israeliani non sono stati i soli ostaggi ad essere liberati da Hamas. Insieme a loro – grazie alla mediazione egiziana in un accordo separato – sono stati rilasciati anche 10 thailandesi e un filippino che saranno assistiti in Israele.
    “Abbiamo completato il rientro dei primi dei nostri ostaggi. Siamo impegnati a riportare tutti a casa, la guerra continua”, ha commentato in serata il premier Benyamin Netanyahu.
    Contemporaneamente al rilascio degli ostaggi, Israele ha liberato, come pattuito, i primi 39 palestinesi. Si tratta di 24 donne e 15 minorenni che hanno lasciato il carcere militare di Ofer, in Cisgiordania, a bordo di due autobus della Croce rossa, diretti verso due località: il posto di blocco di Bitunya (Ramallah), dove sono stati rilasciati i residenti in Cisgiordania; ed il Comando centrale della polizia di Gerusalemme, per quanti vivono nella parte est della città.
    A Gaza intanto alcuni sfollati palestinesi nel sud hanno tentato di rientrare al nord, contrariamente a quanto previsto dall’accordo tra le parti. L’esercito aveva ammonito a non intraprendere il viaggio sia con volantini in arabo sia con post sui social: nel tentativo di passare comunque, due palestinesi sono stati uccisi e altri 15 feriti dal fuoco israeliano.

  • 20:41

    Biden: “Soluzione a due Stati ora più importante che mai”

    “La soluzione a due Stati in Medio Oriente è ora più importante che mai”. Lo ha detto Joe Biden sottolineando che è necessario lavorare ad un futuro nel quale “questo tipo di violenza è impensabile”.

  • 20:40

    Biden: “Reali chance di estendere la tregua”

    “La liberazione degli ostaggi a Gaza è solo l’inizio. Ci aspettiamo che altri siano rilasciati domani e dopodomani”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ricordando che la bimba americana di 4 anni, Abigail, è ancora nelle mani di Hamas. Biden, parlando da Nantucket, ha spiegato che le chance di estendere la tregua a Gaza sono reali. 

  • 19:41

    Tra gli ostaggi rilasciati 4 tedesche con doppia cittadinanza

    Tra gli ostaggi rilasciati oggi da Hamas ci sono 4 persone che, secondo le loro famiglie, hanno sia la cittadinanza israeliana sia quella tedesca. Lo riporta Tagesschau. Secondo Bild, gli ostaggi con cittadinanza anche tedesca liberati sono tutte donne: “Doron Asher Katz (34 anni) e le sue figlie Raz (4 anni) e Aviv (2 anni), oltre a Margalit Berta Mozes (79 anni). Tutte e quattro sono state rapite dal kibbutz Nir Oz“.

  • 19:38

    Onu: 137 camion con aiuti umanitari entrati a Gaza

    Un totale di 137 camion che trasportavano cibo, acqua, medicine e altri beni di prima necessità sono stati scaricati a Gaza da quando è iniziata oggi la tregua tra Israele e Hamas. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite. Si è trattato del più grande convoglio umanitario entrato a Gaza dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, ha affermato in una nota l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.

  • 19:14

    Spagna a Israele: “Accuse a Sanchez false e inaccettabili”

    “Le accuse del governo di Israele al presidente del governo spagnolo e al primo ministro belga sono totalmente false e inaccettabili“: lo ha detto in una dichiarazione ufficiale il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares. “Stiamo studiando la risposta opportuna”, ha aggiunto.

    “Sono accuse specialmente gravi in quanto rivolte al primo ministro che rappresenta la presidenza dell’Unione Europea in carica e a quello che occuperà tale presidenza a partire dal prossimo primo gennaio”, ha anche detto il ministro degli Esteri spagnolo Albares nella sua dichiarazione. “Il governo spagnolo non ha dubitato nel condannare l’attentato terroristico di Hamas“, che “non rappresenta il popolo palestinese ed è solo un’organizzazione terroristica”, ha aggiunto, ricordando che Sánchez “ha espresso questo messaggio in Israele” ed espresso “solidarietà per tutte le vittime israeliane”. A causa degli attacchi del 7 ottobre, ha anche sottolineato Albares, sono morti anche due cittadini spagnoli. “In riassunto, il messaggio che il primo ministro ha portato in Israele, in Palestina e in Medio Oriente è quello della ricerca di un cammino di pace e di costruzione di un ponte solido verso la pace“, ha concluso.