Una data, un luogo e anche una lista con i nomi di alunni e insegnanti finiti nel mirino. C’era tutto nella strage che un 15enne stava pianificando di compiere nella sua scuola della Stiria orientale, in Austria, e che è stata sventata in tempo grazie alla scoperta dei suoi compagni. La notizia è stata riportata da La Stampa, citando una conferma della polizia su richiesta del quotidiano austriaco Kronen Zeitung. Né il nome della scuola, né la sua posizione, né le origini del ragazzo sono note. Di certo, però, dietro alla vicenda si nasconde il background migratorio del ragazzo che ha confessato alle autorità di essere frustrato dalla situazione di bullismo nei suoi confronti. Per questo aveva cominciato a immaginare una possibile vendetta, annotando su un foglio i nomi delle persone, alunni e due insegnanti, che intendeva uccidere. La “lista della morte” è stata poi scoperta e portata al preside della scuola secondaria da alcuni suoi compagni di scuola. Così la polizia ha avviato l’indagine e scongiurato la strage. “Non era consapevole delle conseguenze di quanto stava immaginando”, ha dichiarato il portavoce delle forze dell’ordine, che hanno perquisito l’abitazione dello studente senza trovare armi. Gli scolari presenti sulla lista delle potenziali vittime sono ora seguiti dallo psicologo dell’istituto.

Questo però non è l’unico caso sventato in Austria. Durante una recente perquisizione della polizia nel domicilio di una ragazza di 14 anni, infatti, sono stati trovati armi e materiale di propaganda della milizia jihadista dello Stato Islamico. La giovane di origine montenegrina stava pianificando “un attacco terroristico con armi da taglio” in una delle più grandi piazze di Graz, la Jakominiplatz, e stava informando del piano, tramite foto e video via Messenger, altre persone all’estero “che la pensavano allo stesso modo”. Alla 14enne gli investigatori dell’Ufficio per la sicurezza dello Stato e la lotta all’estremismo della Stiria sono risaliti monitorando le chat in cui scriveva. Per lei è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

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