Il 16 gennaio scorso, nel corso del presidio dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, in occasione dell’arrivo al Senato del Disegno di Legge Calderoli, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein aveva dichiarato che il Congresso del Partito aveva sancito una “linea chiara e inequivocabile, per cui tutto il Pd oggi compattamente contrasta questa riforma Calderoli dell’autonomia differenziata”.

Il senatore Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato e già Ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Conte II, aveva precisato ulteriormente che le pre intese siglate il 28 febbraio 2018 dal Governo Gentiloni e dai Presidenti del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna “non esistono più”, e rispondendo a domanda precisa sul mancato ritiro della richiesta da parte del Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, a fronte del ddl Calderoli che prevede la prosecuzione delle intese già avviate, aveva aggiunto: ”Quello che noi abbiamo il dovere di fare, e per questo sì, io penso che toccherà anche al presidente Bonaccini fare, è ribadire che quella pre intesa è figlia di un’altra storia politica che nulla ha a che fare con la nostra condizione attuale…”.

Peccato che il Presidente Bonaccini – del Pd e della Regione Emilia Romagna – non abbia nessuna intenzione di ritirare quelle richieste del 2018, messe ulteriormente a punto con il Governo Conte I nel maggio 2019, che riguardano varie materie oggi concorrenti Stato/Regioni ma anche di esclusiva dello Stato, che si vorrebbero portare all’esclusiva potestà regionale insieme alle relative risorse umane, finanziarie e strumentali. Materie elencate nel sito della sua Regione: tutela e sicurezza del lavoro, commercio con l’estero, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi, governo del territorio, protezione civile, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni, organizzazione della giustizia di pace, agricoltura, protezione della fauna, esercizio dell’attività venatoria e acquacoltura, valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali, ordinamento sportivo.

Il Comitato NO Autonomia Differenziata Emilia-Romagna il 5 febbraio scorso ha consegnato alla Regione 6.000 firme raccolte a sostegno di una proposta di Legge d’Iniziativa Popolare per il ritiro della richiesta dell’autonomia differenziata, che finora non ha avuto alcun seguito, né ci risulta che il Presidente Bonaccini si sia espresso pubblicamente in proposito, nemmeno in occasione della sua imponente campagna elettorale social come candidato europeo, dove ha citato anche l’autonomia, addebitandone però i rischi per il Paese al solo ddl Calderoli.

Eppure la responsabilità del Presidente Bonaccini è consistente, e va oltre le semplici richieste di autonomia differenziata per l’Emilia Romagna, perché, come ha sottolineato Gianfranco Viesti nel suo libro “Contro la secessione dei ricchi”, la richiesta di autonomia di una Regione a guida centrosinistra, affiancandosi a quelle di Veneto e Lombardia, ha trasformato l’iniziativa in un tema prioritario nell’agenda politica italiana, facendo perdere alle iniziative regionali l’identificazione con la Lega Nord. Per questo sarebbe un segnale, oltre che doveroso anche simbolico, che il presidente Bonaccini ritirasse ufficialmente le richieste già avanzate.

Nell’imminenza delle elezioni europee, l’Associazione Carteinregola ha scritto a tutti i partiti per chiedere ai candidati di esprimersi esplicitamente contro l’Autonomia differenziata del ddl Calderoli, ma anche contro qualsiasi autonomia che frammenti il Paese in tanti staterelli che traggono le proprie risorse dal gettito fiscale dei propri abitanti, dividendo, nella forma e nella sostanza, gli italiani in cittadini con diritti variabili secondo la regione di residenza. E abbiamo scritto una lettera specifica al candidato Bonaccini, chiedendo, per trasparenza di fronte agli elettori e per coerenza con le posizioni del Partito di cui è presidente, di ritirare ufficialmente la richiesta di “ulteriori forme di autonomia” della sua Regione, oppure di spiegare pubblicamente agli elettori le motivazioni che lo spingono a non archiviare il percorso, in contrasto con la linea del suo partito.

Sono passati 10 giorni e nessuna risposta ci è pervenuta. Eppure la prima regola di un candidato dovrebbe essere la trasparenza e il coraggio delle proprie scelte passate e presenti, soprattutto le più controverse, più che la propaganda sulle promesse future.

Il 20 maggio dalle 18:30 alle 20, alla vigilia della ripresa della trattazione alla Camera del ddl Calderoli, Carteinregola ha organizzato un evento in diretta sulle sue pagine Fb e Youtube con gli autori del libro “Autonomia differenziata Perché NO – Le 23 materie che possono cambiare i connotati al nostro Paese e ai diritti dei cittadini”, insieme a tanti esperti che hanno collaborato alla sua stesura, esperti anche delle materie per le quali Bonaccini ha chiesto la potestà esclusiva.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

La nuova trovata di Lollobrigida: “Come verificare il benessere animale in un’azienda? Chiedendolo direttamente alla mucca”

next