Togliere il veto all’Ucraina sull’utilizzo delle armi occidentali per colpire la Russia. L’esortazione arriva direttamente dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e le sue parole spaccano immediatamente il fronte europeo e quello tutto interno al governo italiano, con la Lega che annuncia a Giorgia Meloni la propria opposizione e il ministro degli Esteri Antonio Tajani che appare cauto e parla di decisioni da prendere in maniera collegiale. L’uscita di Stoltenberg, tra l’altro, arriva alla vigilia dell’inizio del bilaterale Macron-Scholz e a due settimane dal voto per le Europee, mentre la Casa Bianca proprio nelle scorse ore aveva mostrato segnali di apertura alla possibilità. Il tutto mentre il G7 dei ministri dell’Economia ha trovato un accordo “sull’obiettivo di sostenere l’Ucraina anche nel 2025”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner precisando che “c’è ancora molto lavoro da fare per trovare misure adatte e strumenti concreti”.

In serata arriva l’apprezzamento della Lettonia che “concorda pienamente con il Segretario Generale della Nato sul fatto che il diritto dell’Ucraina all’autodifesa includa il diritto di attaccare oggetti militari legittimi in Russia. Sosteniamo il Segretario Generale Jens Stoltenberg per l’assenza di restrizioni sulle armi fornite all’Ucraina”. Queste le parole della ministra degli Esteri di Riga, Baiba Braze, su X.

Il cambio di strategia e il rischio escalation
In un’intervista rilasciata al settimanale The Economist, il numero uno della Nato ha sottolineato l’urgenza di questa misura per migliorare la capacità di difesa ucraina, soprattutto in un momento cruciale come quello attuale, con i combattimenti intensificati nella regione di Kharkiv, vicino al confine russo. Dichiarazioni che arrivano in un momento difficile per Kiev, che continua a difendersi dall’aggressione russa con il sostegno dell’Occidente: la richiesta di revocare le restrizioni potrebbe segnare un punto di svolta nella strategia di difesa ma anche aumentare le tensioni con la Russia e dare il via ad un’escalation.

La posizione di Stoltenberg
“È giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina”, ha dichiarato Stoltenberg nel video dell’intervista pubblicato sul canale X dell’Economist. “Soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile la difesa”. Il segretario generale della Nato ha quindi ribadito che questa è una guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e che Kiev ha il diritto di difendersi: “L’Ucraina ha il diritto di difendersi e questo include anche colpire obiettivi in territorio russo“, ha sottolineato Stoltenberg.

La politica degli Stati Uniti
Secondo il quotidiano inglese, il chiaro obiettivo di Stoltenberg, “anche se non indicato”, sarebbe “la politica del presidente americano Joe Biden riguardo al controllo di ciò che l’Ucraina può e non può attaccare con i sistemi forniti dagli Usa”. Finora, infatti, gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni significative sull’uso delle armi fornite a Kiev, limitandone l’utilizzo entro i propri confini anche per evitare che si alzi ancora la tensione con Mosca, già arriva a livelli critici nelle ultime settimane.

“Non ci sono soldati americani in guerra in Ucraina. Sono determinato a mantenere la situazione così”, ha comunque dichiarato oggi il presidente degli Stati Uniti nel suo discorso all’Accademia militare americana di West Point, sottolineato che “l’America non si allontanerà dall’Ucraina” mentre è in corso la guerra tra Israele e Hamas. “Ai militari viene oggi chiesto di affrontare minacce come mai prima d’ora”, ha aggiunto Biden descrivendo i soldati come “difensori della democrazia”. Il presidente americano ha sottolineato gli “investimenti storici” nell’esercito statunitense e la sua volontà di usare la forza quando necessario.

La reazione della Russia
Tra l’altro, già da tempo l’Ucraina continua a utilizzare alcuni sistemi per colpire i villaggi al confine con la Russia. Anche nelle scorse ore, il ministero della Difesa russo ha accusato Kiev di tentativi di “attacchi terroristici” durante la notte: “Sono stati fermati tentativi del regime di Kiev di sferrare attacchi terroristici utilizzando droni contro obiettivi nel territorio della Federazione Russa”, ha affermato il ministero in una nota rilanciata dai media russi. “I sistemi di difesa aerea hanno distrutto due droni ucraini sul territorio della regione di Belgorod e un altro è stato intercettato sul territorio della regione di Kursk”.

Attacchi a Kharkiv
Nel frattempo, la città di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale, è stata colpita durante la notte da attacchi russi. Un liceo e un condominio sono stati danneggiati. Secondo Dmytro Chubenko, portavoce della Procura regionale, le forze russe hanno utilizzato missili balistici e a lungo raggio S-300, colpendo sia Kharkiv sia il distretto omonimo: “Nel quartiere Slobid di Kharkiv, nella parte meridionale della città, sono stati presi di mira un liceo, un condominio e una zona industriale,” ha spiegato Chubenko. “Non ci sono feriti. Quindici auto e la facciata di un edificio residenziale di nove piani sono state danneggiate”. Chubenko ha aggiunto che nell’attacco, avvenuto intorno all’una di notte (mezzanotte in Italia), due missili sono caduti in aree aperte nel distretto di Kharkiv senza provocare feriti o vittime.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

La Serbia sta chiudendo i centri di accoglienza. Migranti rispediti a sud o lasciati passare: per Belgrado i soldi Ue non sono più sufficienti

next
Articolo Successivo

“L’Italia riattiva i fondi a Unrwa”: l’annuncio di Tajani dopo l’incontro col leader palestinese. “Controlli rigorosi, nulla finirà al terrorismo”

next