Il 5 dicembre 2022 Gian Piero Gasperini fu “sindaco per un giorno” della città in cui è nato e si è fatto le ossa prima di spiccare il volo dalla casa di via Don Caustico, Grugliasco, prima cintura di Torino. Il sindaco gli concesse la fascia per l’intera giornata, accompagnandolo in giro per i “suoi” luoghi, a cominciare dai campi di calcio di Fabbrichetta (nomen omen) fino alla scuola media 66 Martiri che si trova lì nei pressi e raccoglie gli allievi della zona “gasperiniana” della città. Una scuola intitolata ai martiri della Città e della vicina Collegno – tra cui il Don Caustico della via dove Gasperini ha abitato fino a due anni fa – , trucidati dall’esercito tedesco in ritirata il 30 aprile del 1945.

Era commosso ed emozionato mentre incontrava gli allievi della scuola, forse perché ritornava il bambino di 11 anni che bisticciava con la famiglia perché, ritenendosi grande e responsabile, voleva prendere il tram da solo per andare ad allenarsi ai campi della Juve, a Torino. Poi i primi passi da allenatore all’Olimpica Grugliasco in via M.L.King, un posto improbabile da cui spiccare il volo verso la Primavera della Juve e poi via, salendo. Una bella storia di umiltà dedizione lavoro e speranza. Il tutto condito dall’intelligenza di chi sa stare al proprio posto e mantiene quel giusto equilibrio fra l’esaltazione del ruolo e la consapevolezza della caducità della fama e della gloria.

Grugliasco e Gasperini si allontanavano a mano a mano che l’uomo e il professionista emergevano con prepotenza e discrezione.

Dunque, il ritorno nella “sua” scuola, nel suo quartiere – vestito con la fascia da sindaco – si capiva che lo emozionava così tanto da rendergli difficile rispondere ai tanti quesiti dei ragazzi e alle sollecitazioni di tutti quelli che gli stavano intorno. Eppure si era abituato da un bel po’ a rispondere davanti a telecamere e microfono, ma si vedeva che quello era per lui il ritorno di chi non se ne era mai andato e ritrovava l’aria e le storie che hanno costruito la sua vita.

Al culmine di quella giornata, Gasperini annunciò che aveva deciso di donare alla sua città un campo da calcio a 5 che sarebbe stato costruito a spron battuto, pronto per l’estate 2023. In questi giorni di festa e di iper-ribalta mediatica, sono andato alla ricerca del campo. Non c’è, mi sono arrabbiato, così ho chiesto in Comune. Gasperini non ha alcuna colpa, semplice storia di lungaggini burocratiche e un po’ di incuria amministrativa.

Forse la strepitosa vittoria dell’Atalanta ha dato una scossa al mio sonnolento comune e al suo sindaco: per il 31 maggio prossimo è annunciata l’approvazione del progetto e il via ai lavori che saranno eseguiti da una ditta scelta da Gasperini (che paga). Dunque in fretta, e Grugliasco lo aspetta per festeggiare con lui.

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