Modificare i confini marittimi con la Lituania e la Finlandia nel Mar Baltico: è questo il progetto del ministero della Difesa russo che ha proposto unilateralmente – secondo quanto reso noto dall’agenzia Tass – una variazione dei confini marittimi della Federazione Russa, a seguito di “un cambiamento dei limiti esterni delle acque territoriali”. La diffusione della notizia aumenta la tensione con i Paesi confinanti: “Un’evidente escalation contro la Nato e l’Ue”, l’ha definita il ministro degli Esteri lituano, mentre il primo ministro finlandese ha affermato di “non vedere al momento motivi di maggiore preoccupazione”.

Il Cremlino non smentisce – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha smentito la notizia, sottolineando che il livello delle tensioni, specie in questa regione, “richiede relativi passi per garantire la sicurezza nazionale“. Sul merito della questione Peskov, citato dall’agenzia Interfax, ha invitato i giornalisti a rivolgersi al ministero della Difesa: “Anche se il quadro politico è gravemente cambiato, qui non c’è nulla di politico. Vi rendete conto dell’escalation di tensioni, di quale sia il livello di confronto, in modo particolare nel Baltico. Questo richiede di certo che le nostre agenzie importanti facciano i passi appropriati per garantire la nostra sicurezza”, ha affermato Peskov. In precedenza una “fonte politico-militare” citata dalle agenzie russe aveva detto che Mosca “non ha assolutamente alcuna intenzione” di modificare i confini.

Il progetto di decreto – La proposta di variazione dei confini russi, secondo la Tass, prevede un cambiamento delle “coordinate geografiche” usate come base per definire “l’ampiezza delle acque territoriali russe nel Baltico”. L’approvazione delle variazioni proposte, si legge sul documento, “istituirà un sistema base di linee rette ora assente sulla porzione meridionale delle isole russe nel Golfo di Finlandia orientale, vicino a Baltiysk e Zelenogradsk (che si trovano nell’exclave di Kaliningrad, ndr) e consentirà l’uso di queste acque come interne”. Il progetto di decreto sostiene che le precedenti coordinate geografiche sarebbero state registrate sulla base di mappe di navigazione marina che si basavano su ricerche del XX secolo, “non corrispondono pienamente alla situazione geografica attuale” e “non consentono di determinare il confine esterno delle acque interne” della Russia.

Le zone citate – Secondo un allegato al decreto governativo, l’esecutivo russo prevede di modificare le coordinate nell’area delle isole di Yagry, Sommers, Hogland, Rodsher, Maly Tyuters, Vigrund e vicino al promontorio settentrionale del fiume Narva al confine con la Finlandia. Al confine con la Lituania, le aree sotto “revisione” russa comprendono la Penisola dei Curi nel Golfo di Danzica, l’area attorno a Capo Taran, il promontorio a sud di Capo Taran e la regione del Baltic spit. Il documento sulla revisione dei confini è stato reso noto quasi contemporaneamente all’inizio delle esercitazioni sull’uso delle armi nucleari tattiche.

La reazione di Lituania e Finlandia – “È in corso un’altra operazione ibrida russa, questa volta nel tentativo di diffondere paura, incertezza e dubbi sulle loro intenzioni nel Mar Baltico. Si tratta di un’evidente escalation contro la Nato e l’Ue che deve essere affrontata con una risposta adeguatamente ferma“, ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis su X. Vilnius – fa sapere una fonte del governo lituano – ha convocato “un rappresentante della Federazione Russa per ottenere una spiegazione completa”. “Stiamo inoltre coordinando la nostra risposta con i partner”, ha aggiunto. Di contro, il primo ministro finlandese Petteri Orpo ha affermato di “non vedere al momento motivi di maggiore preoccupazione in relazione alle possibili intenzioni della Russia di spostare i propri confini marittimi nel Mar Baltico”, precisando che “una volta scoperto esattamente qual è il problema si trarranno le conclusioni”. Secondo il premier le “autorità hanno sempre monitorato la situazione e dall’inizio sono state in contatto con la Russia attraverso i canali diplomatici“.

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