Il premier slovacco Robert Fico, 60 anni, ferito gravemente oggi, è da anni sulla scena politica europea. Considerato un populista e filorusso è stata in gioventù membro del Partito Comunista cecoslovacco passando dopo il crollo del regime comunista al Partito della Sinistra Democratica. Primo ministro della Slovacchia, in carica dal 25 ottobre 2023, è stato presidente del consiglio dall’aprile 2012 al marzo 2018 (quando si era dimesso in seguito all’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della fidanzata Martina Kusnírova) e dal luglio 2006 al luglio 2010. Nell’ottobre 2023 il suo partito ha sbaragliato la concorrenza dei progressisti aggiudicandosi il 23% alle elezioni, davanti ai liberal-progressisti pro Ue (Ps).

Nel 1999 ha fondato Direzione –Socialdemocrazia (Smer-SD) nazionalista e populista dopo aver raccolto i socialisti slovacchi dopo lo scioglimento, nel 1990, del Partito Comunista di Slovacchia. Fico prima era stata rappresentante del paese alla Corte europea dei diritti dell’uomo (1994-2000). Nel 2006 il successo alle elezioni e quattro anni dopo è tornato all’opposizione.

Dopo un esordio in politica con una matrice fortemente europeista (con lui la Slovacchia è entrata nell’euro), il politico nel corso della sua carriera politica ha man mano virato verso posizioni sempre più nazionaliste. Diventando una spina nel fianco dell’Europa: nell’ultima campagna ha attaccato più volte Bruxelles per il sostegno a Kiev ma anche per le sanzioni a Mosca. E, da sempre, si è opposto all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, rappresentando insieme all’Ungheria di Orban un potenziale ostacolo per le decisioni a maggioranza dei 27. Il suo partito all’Eurocamera siede tra i banchi di Socialisti e Democratici, ma le sue posizioni, come quelle sui migranti, somigliano più a quelle delle destre, tanto da essere stato espulso dai Socialisti europei.

Nei giorni scorsi la Slovacchia, dopo il ballottaggio, ha scelto un alleato del premier nazionalista e filorusso Robert Fico come presidente per i prossimi cinque anni: si tratta dell’attuale capo del Parlamento, Peter Pellegrini, che ha sconfitto il candidato dell’opposizione, il diplomatico Ivan Korcok, accelerando di fatto la deriva populista del Paese dell’Europa orientale. Secondo alcuni analisti il premier sta ‘orbanizzando’ il Paese con passi su magistratura, media e Russia che richiamano quelli compiuti da Viktor Orban in Ungheria. In carica dallo scorso ottobre, il governo composto dal partito Smer di Fico, dallo Hlas di Pellegrini e dalla piccola formazione di estrema destra Sns ha interrotto gli aiuti militari statali all’Ucraina.

L’elezione, anche se di misura, ha sancito che la maggioranza dei 4,3 milioni di elettori slovacchi sono soddisfatti della direzione presa dal Paese sotto il governo di Fico e non vogliono correggere le sue politiche sebbene siano contestate da manifestazioni delle ultime settimane: proteste innescate principalmente da modifiche al codice penale sospettate di voler tutelare l’entourage del premier e da una disputa sul controllo dell’emittente pubblica Rtvs, ma anche dalle restrizioni agli aiuti all’Ucraina.

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