Catastrofe nel Rio Grande do Sul. Un’ondata di violente piogge sta colpendo lo stato brasiliano meridionale dalla scorsa settimana, causando lo straripamento dei fiumi come il Guaíba e inondando città intere: su tutte Porto Alegre. Secondo l’Ansa, al momento i morti sono saliti a 95, mentre ci sono oltre 130 dispersi e più di 155mila persone rimaste senza casa. Gli stadi sono allagati, l’aeroporto internazionale del capoluogo non sarà operativo almeno fino alla fine di maggio e varie città sono scomparse dalla cartina geografica a causa delle piene dei fiumi. E secondo l’istituto di ricerca idraulica dell’Università di Rio Grande potrebbero volerci 30 giorni perché il lago Guaíba torni sotto il livello di esondazione e le acque che hanno allagato Porto Alegre possano defluire dalle strade. Intanto secondo le autorità sanitarie sta crescendo il rischio di una epidemia di leptospirosi.

Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha dichiarato in tv che l’entità dei danni non sarà nota fino a che la situazione non si sarà stabilizzata e le precipitazioni calmate, ha già annunciato stanziamenti per ricostruire le strade, riavviare le operazioni nel porto, far tornare i bambini a scuola e garantire l’assistenza sanitaria. Intanto il Congresso brasiliano oggi svolgerà la prima sessione nel 2024 della Commissione congiunta permanente sui cambiamenti climatici creata nel 2008 con l’obiettivo di “accompagnare, monitorare e verificare continuamente le azioni relative al cambiamento climatico in Brasile”.

Le forti precipitazioni, che hanno oltrepassato la soglia di 150 millimetri, sono cominciate giorni fa e non accennano a fermarsi. Secondo la Protezione Civile del posto, infatti, è prevista per oggi una riduzione della pioggia, che però riprenderà a cadere domani e lo farà per tutto il fine settimana. L’acquazzone che sta devastando il Rio Grande do Sul è stato causato dall’ondata di caldo nota con il nome di El Niño, in grado di riscaldare le acque del Pacifico e portare pioggia nel sud del Brasile, e dall’aumento dell’umidità nell’oceano Atlantico secondo gli esperti climatici del posto.

Tutto ciò ha fatto uscire dagli argini i fiumi e causato pesanti inondazioni, soprattutto nella capitale Porto Alegre – 1.3 milioni di abitanti. Qui le evacuazioni procedono, ma vanno avanti con lentezza dato che le acque hanno interrotto strade e distrutto ponti. Porto Alegre è ai limiti dell’isolamento: come scritto da Reuters citando la Protezione Civile ci sono state ripercussioni sui servizi idrici ed elettrici, con oltre mezzo milione di persone colpite complessivamente. Oltre il 70% delle abitazioni non ha accesso ai servizi e con la presenza costante di acqua stagnante in tutta la città il rischio della diffusione di malattie – come la leptospirosi – cresce costantemente, come indicato della autorità sanitarie municipali. Con le principali strade di accesso ancora bloccate la città è isolata e i rifornimenti faticano ad arrivare. Un reportage di TvGlobo ha mostrato che nella maggior parte dei supermercati della città mancano acqua, latte, uova e generi di prima necessità. In esaurimento anche le scorte di benzina.

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