Assolto dall’accusa di omicidio in primo e secondo grado e assolto in via definitiva in Cassazione. Dopo quasi 8 anni, Marco Venturi, che era accusato della morte dell’ex fidanzata, la stilista di 37 anni Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa a un albero nei giardini di piazza Napoli a Milano la notte del 31 maggio 2016, non è più imputato. La Suprema corte ha rigettato il ricorso della Procura generale milanese, che aveva chiesto di annullare la sentenza di secondo grado. Verdetto con cui era stata cancellata la condanna di primo grado a 6 anni per morte come conseguenza di stalking, anche se la Procura aveva insistito per l’omicidio, ipotesi anch’essa bocciata dalla Corte d’appello.

La Procura generale della Cassazione aveva chiesto di rigettare, perché “inammissibile e infondato“, il ricorso della Procura generale di Milano che aveva sostenuto di nuovo l’ipotesi della morte come conseguenza di stalking e non più quella di omicidio. In aula aveva parlato anche l’avvocato Niccolò Vecchioni, legale dei familiari della stilista. Il pg aveva invece chiesto di accogliere uno dei motivi del ricorso delle parti civili, ossia il mancato riconoscimento nel secondo grado dei risarcimenti per un’imputazione di lesioni dichiarata prescritta. Per l’accusa, così come i familiari, tra cui sorella e madre della stilista, sarebbe stata strangolata dal 47enne, il quale avrebbe inscenato il suicidio. Ma questa ipotesi è stata bocciata in ogni grado di giudizio.

“Al di là della grande gioia personale, per la lunga amicizia che mi lega a Marco Venturi, al di là della soddisfazione professionale per il risultato conseguito, resta in me un sentimento di profonda amarezza e dispiacere per aver visto e sentito una persona additata per 8 anni come il mostruoso autore della morte della propria compagna da molta, troppa stampa, agevolata da scelte giudiziarie incomprensibili” dice l’avvocato Andrea Belotti. Per il difensore, tra l’altro, “l’aggressione” nei confronti di Venturi “dura ancora oggi da parte di alcuni”, mentre “sarebbe bastato leggere le carte per evitare giudizi così sommari e devastanti. Spero che l’esito definitivo odierno sia un nuovo inizio per tutti”.

Oggi, spiega ancora il legale, “si è chiusa una vicenda processuale durata ben 8 anni”. Una vicenda giudiziaria “che, secondo la Corte d’Assise d’appello di Milano (in questo confermata dalla sentenza di oggi e dalla stessa requisitoria del Procuratore generale) non avrebbe neppure dovuto cominciare“.
“A mio parere invece è bene che, con giudizio chiaro e definitivo, sia stato accertato, senza che alcun dubbio permanga, che Marco Venturi non ha commesso alcun reato. Questo è oggi un punto fermo non solo processuale, ma storico fattuale a cui nessuno potrà sottrarsi”.

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