Punti di ascolto e supporto per mamme e papà con disabilità perché siano consapevoli dei servizi a disposizione sui territori. Il progetto si chiama “Informability” e lo ha lanciato l’associazione DisabilmenteMamme: ora è disponibile dal lunedì al sabato in videochiamata grazie all’impegno di volontari specializzati, ma l’obiettivo è riuscire a creare sportelli fisici in tutta Italia. “L’idea”, spiega la presidente e fondatrice Antonella Tarantino, “nasce dalle continue richieste di informazioni sui servizi pubblici offerti dagli enti locali rivolti in particolare a genitori con disabilità. Molte donne si ritrovano a non essere neanche al corrente dell’esistenza delle possibilità. Alcune hanno addirittura remore o vergogna a fare richiesta di aiuto ai servizi sociali, ad esempio per l’assegno di cura o per un progetto di Vita indipendente perché non vogliono dare l’idea di non essere capaci di badare al proprio figlio a causa della loro condizione”.

L’obiettivo di DisabilmenteMamme è quello di poter dare risposte alle problematiche inerenti alla disabilità, con particolare attenzione agli aspetti legati al genere, all’accesso ai servizi sociali e sanitari, percorsi di genitorialità, l’accesso di donne e uomini con disabilità vittime di violenza fisica ai centri territoriali dedicati. “Come associazione”, continua Tarantino, “iniziamo ad operare nel 2019 come una rete di amicizie e solidarietà, da un senso di smarrimento, vuoto e solitudine. Il fulcro di ogni nostro intento è stato ed è tutt’ora far capire che la disabilità e la maternità non sono mondi inavvicinabili”.

L’idea parte da Tarantino, una mamma con disabilità che ha fatto rete, raccolto e condiviso buone pratiche e lo ha fatto creando insieme ad altre donne in condizioni simili alla sua un punto di ascolto di prima accoglienza su quesiti, informazioni, richieste sulle problematiche inerenti la disabilità collegata alla genitorialità. Ora, per ampliare il progetto, ha anche lanciato una raccolta fondi e vuole creare degli sportelli fisici dentro a strutture comunali esistenti come punto di riferimento ben riconoscibili. L’associazione è già all’interno del Tavolo della Disabilità nel Distretto Terra dei Castelli e Distretto Ceramiche e porta avanti attività inclusive in collaborazione con diverse amministrazioni locali.

“Abbiamo verificato che quello che manca un po’ ovunque sono delle aree dei servizi pubblici territoriali riservate e dedicate ai genitori con disabilità che hanno uno o più figli. Spesso – aggiunge la presidente di DisabilmenteMamme – tra i vari problemi riscontrati, ci sono i consultori che non hanno i lettini idonei accessibili per le visite specialistiche per mamme in carrozzina durante la maternità ma non solo. Indirizziamo anche le vittime di violenza e maltrattamenti presso i centri specializzati più vicini a casa loro, li supportiamo direttamente a livello informativo e di sostegno emotivo”.

Il messaggio che vogliono diffondere è che la donna che convive con la sua disabilità ha una vita come ogni altra donna e ha bisogno che in ogni ambito si sappia. Con il tempo, il loro gruppo è cresciuto, permettendo di portare a nuovi livelli quella che era solo una sorta di gruppo di mutuo aiuto di crescita e confronto. “Dopo qualche rapida riunione”, racconta Tarantino, “avevamo intrapreso la strada che ci avrebbe portati a creare qualcosa di straordinario. E così è stato naturale decidere di trasformare il gruppo di persone di tutta Italia che condividevano le loro esperienze comuni di mamme con disabilità in un’associazione nazionale di mamme e non solo. Siamo donne e uomini accomunati dalla volontà di contribuire all’indipendenza di tutti”.

DisabilmenteMamme promuove un ambiente privo di pregiudizi e solidale e si aspetta che i partecipanti diano il proprio contributo in questo senso. L’associazione ha, tra gli altri, come scopo principale quello di abbattere convinzioni errate sulla disabilità, genitorialità e indipendenza delle donne con disabilità. “Vogliamo ricordare – ci tiene a sottolineare la presidente – che una mamma e un papà con disabilità sono in grado di accudire e crescere il proprio bambino o bambina, ma hanno bisogno dei loro tempi, oltre a strumenti adatti e inclusivi per poterlo fare. In particolare le mamme con disabilità”, conclude, “devono avere gli stessi diritti delle altre mamme, è arrivato il momento di dire basta, sconfiggere i pregiudizi e lottare contro l’abilismo, senza più lasciare indietro nessuna”.

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