Quando un attacco aereo israeliano ha distrutto la casa della sua famiglia, a novembre del 2023, Zein Oroq è rimasto intrappolato sotto le macerie. Ma nonostante le ferite, è sopravvissuto. Nell’attacco alla sua casa avevano perso la vita 17 membri della famiglia allargata. Ma la settimana scorsa, racconta il Guardian, durante un lancio di aiuti Zein, che aveva solo 13 anni, è stato colpito da uno dei pacchi mentre correva per cercare di prendere una lattina di fave, del riso o della farina.

“Nel raid dello scorso anno è uscito dalle macerie con ferite alla testa, alla mano e alla gamba. Dio lo aveva salvato”, ha raccontato il nonno di Zein, Ali Oroq. “Mentre cadevano i paracadute, una cassetta del pronto soccorso lo ha colpito alla testa. La folla intorno non ha prestato attenzione al ragazzo: anche loro erano affamati“, ha detto il padre Mahmoud. Zein è stato portato in seguito in ospedale, dove è morto domenica. “Quindi, la sua testa è stata tagliata e ferita, ha riportato fratture al bacino, al cranio e all’addome e, con il flusso di persone, la pressione su di lui è aumentata”. “Era il mio sostegno, tutta la mia vita, la mia prima gioia in questo mondo, il mio figlio più grande. Possa riposare in pace”, ha raccontato Mahmoud.

Non è la prima volta che il lancio e il recupero degli aiuti provoca delle vittime. Il 5 marzo, come testimonia un video, cinque persone sono rimaste uccise e 10 ferite quando alcuni paracadute non si sono aperti e sono finiti a terra, colpendo un gruppo di persone. Il 26 marzo almeno 12 persone sono annegate mentre cercavano di raggiungere un pacco di aiuti che era finito in mare al largo della spiaggia di Gaza. E il 30 dello stesso mese altre 5 persone sono morte nella calca, con tanto di colpi d’arma da fuoco che i testimoni hanno attribuito ai soldati israeliani, mentre venivano distribuiti aiuti umanitari poco prima dell’alba.

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