Il vice-presidente della Regione Sicilia ed esponente di spicco della Lega nell’isola Luca Sammartino è stato sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno. Il ras delle preferenze, passato tre anni fa da Italia viva al Carroccio, è stato coinvolto in un’inchiesta per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione che ha portato in carcere il sindaco di Tremestieri Etneo (Catania), Santi Rando. Sammartino, che è anche anche assessore all’Agricoltura e in questa indagine accusato di sola corruzione, era già coinvolto in due processi per corruzione elettorale. Nell’ultima tornata delle Regionali aveva raccolto 33mila preferenze, record di sempre all’Ars. Lo stesso Sammartino poco dopo ha annunciato le sue dimissioni da entrambi gli incarichi: “Ho scritto una nota al presidente della Regione, Renato Schifani, per rimettere l’incarico di assessore regionale e vice presidente della Regione dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo – si legge in una nota. Tengo a sottolineare – ha aggiunto che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio. Sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati”.

In tutto sono 11 gli esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori nei cui confronti i carabinieri di Catania hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale etneo. Sono accusati a vario titolo, di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Per Rando l’accusa è di scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata. Ai domiciliari il suo oppositore politico, Mario Ronsisvalle, poi suo alleato.

Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, contesta la Procura di Catania che ha coordinato l’inchiesta condotta dal nucleo investigativo dell’Arma, “anche grazie all’intervento” di Sammartino, definito il “principale referente politico del sindaco” Rando, sarebbe stato “avvantaggiato” attraverso “la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto dal Sammartino”. In passato era stato esponente dell’Udc, poi passato al Pd e successivamente era confluito in Italia viva, prima di approdare alla Lega. In quell’anno, l’esponente leghista – le cui deleghe verranno assunte ad interim dal governatore Renato Schifani, militava ancora nelle fila dem.

Il vice-presidente della Regione è l’azionista di riferimento dei salviniani in Sicilia. È tra i politici più rampanti nell’isola e nelle ultime due elezioni regionali è stato il più votato o tra i più votati in Sicilia. Nella disputa interna alla Lega di qualche mese fa, proprio la corrente Sammartino aveva prevalso rispetto all’ala che faceva riferimento all’eurodeputata Annalisa Tardino poi sostituita alla guida del Carroccio da Claudio Durigon.

Stando all’inchiesta, Sammartino avrebbe cercato di acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico, procedendo anche alla “bonifica” della sua segreteria politica. Il vicegovernatore si sarebbe adoperato per porre in essere “attività di vigilanza e di ‘bonifica’ tecnica” dei locali “avvalendosi di personale dell’Arma dei carabinieri in servizio e in quiescenza”, cercando anche di acquisire “informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”. Gli investigatori spiegano che “è stata riscontrata la preoccupazione dello stesso di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni”.

Per questo il gip di Catania, Carla Aurora Valenti, descrive Sammartino come una “personalità incline a commettere azioni delittuose” e sottolinea inoltre “la gravità dei delitti di corruzione propria commessi, la capacità del Sammartino di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto ai consiglieri comunali Smecca Ferdinando e Torre Giancarlo), la sua condivisione del progetto che avrebbe alterato le regole di un’onesta competizione elettorale, progetto alla cui realizzazione ha collaborato attivamente, traendone anche benefici personali, l’intervento con i funzionari regionali fondamentale per l’illecito risultato avuto di mira”.

L’indagine ha fatto emergere anche, secondo l’accusa, “gli accordi illeciti tra alcuni amministratori del comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca Santapaola-Ercolano, riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco”, ma anche la successiva “degenerazione affaristica” del comune, messa in atto, spiegano gli investigatori, dai funzionari infedeli mediante “numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici”.

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