A.A.A. camere olimpiche cercasi disperatamente. Il dossier di candidatura delle Olimpiadi invernali 2026 declamava pomposamente nel 2019: “Gli hotel che proponiamo per le famiglie del CIO/CIP (Comitato Olimpico Internazionale e Comitato Paralimpico, ndr) sono a Cortina il Cristallo e il Grand Hotel Savoia. Si trovano nel centro storico della città a 3 km (9 minuti) dalle sedi di gara”. Hotel di gran lusso, il meglio che possa offrire la località turistica bellunese. I “signori dei Giochi”, non è una novità, amano trattarsi bene. Peccato che da poco siano cominciati i lavori di ristrutturazione dell’hotel Cristallo, dopo l’acquisto da parte del marchio Mandarin Oriental, che prevede demolizione, ricostruzione e ampliamento. Non sarà mai pronto per l’appuntamento olimpico.

La guerra dei posti-letto – Allo stesso tempo sono una dozzina le strutture ricettive chiuse per cantieri in corso (Miramonti Majestic, Tofana, Ampezzo, Villoresi, Venezia e così via). Mancano poco meno di due anni e già viene lanciato l’allarme: si devono trovare un migliaio di posti-letto per gli organizzatori, gli staff e i giornalisti, ma ne serve un altro migliaio per le forze dell’ordine. I turisti e il pubblico rischiano di dover guardare le gare in televisione, anziché vivere l’esperienza olimpica tra Tofane e Faloria. A Cortina è cominciata la grande caccia ai posti-letto, che si trasforma in una specie di guerra tra enti, sia a causa delle ristrutturazioni in atto, sia per la ritrosia degli albergatori che vorrebbero tenere una parte delle stanze da dare a clienti privati, con tariffe maggiori rispetto a quelle concordate con gli organizzatori dei Giochi.

L’ultimatum del sindaco – Gianluca Lorenzi ha scritto a fine marzo una lettera a tutti gli albergatori, su sollecitazione di Fondazione Milano-Cortina che non riesce a trovare i posti-letto promessi. “Tutte le altre località stanno mantenendo l’impegno assunto. Al momento sembrerebbe che solo Cortina non sia intenzionata a mantenerlo. Cortina dovrà ospitare atleti, delegazioni, personale tecnico e forze dell’ordine. L’eventuale mancato rispetto degli impegni da voi assunti potrebbe avere conseguenze significative mettendo in discussione l’intera situazione e costringendo i responsabili di livello superiore come Cio e Fondazione Milano-Cortina a riconsiderare la distribuzione delle discipline sportive con riferimento a Cortina”. Un vero ultimatum, che adombra “profili di responsabilità in capo ai soggetti coinvolti”, con la spiegazione che durante le Olimpiadi “Cortina sarà particolarmente vincolata e coloro che non fanno parte del sistema Olimpico potrebbero trovarsi limitati nella propria libertà di movimento: pertanto mantenere camere libere per turisti appassionati potrebbe rivelarsi rischioso”. Molto più di un invito a mettere le camere a disposizione, quasi un ordine.

Mancano 542 stanze – Il dossier olimpico prometteva 2.200 “stanze dedicate” equamente divise fra Milano e Cortina per i membri della famiglia Cio. Inoltre 970 camere per ospiti, vip e dirigenti. L’elenco si allunga ancora considerando partner, osservatori, personaggi delle cerimonie. In ogni caso tutta l’area di Cortina (Cadore e Agordino compresi) poteva fornire 9.127 camere, di cui 359 a 5 stelle e 2.019 a 4 stelle, che sono le categorie che spettano a Cio e Federazioni. La lettera del sindaco, pubblicata dal Corriere delle Alpi alcuni giorni fa, ha provocato scintille. Fondazione Milano-Cortina ha scritto agli albergatori spiegando di avere 542 stanze in meno rispetto a quelle promesse. “Ben 400 stanze circa, non interessate da ristrutturazione o chiusura, non sono state messe a disposizione del Comitato Organizzatore, nonostante i chiari impegni assunti da molti albergatori, mentre sono solo 142 le stanze garantite in fase di candidatura che potranno risultare non disponibili per ristrutturazioni”. Fondazione ha così chiesto all’Associazione Albergatori di confermare “in modo serio ed affidabile gli impegni vincolanti già assunti”.

Albergatori “rammaricati” – Sandra Ruatti, vicepresidente degli albergatori, ha replicato a muso duro: “Siamo profondamente rammaricati, sta emergendo un’immagine degli albergatori ampezzani che non rende giustizia al loro grande impegno. Ci siamo messi in gioco avviando importanti opere di manutenzione e restyling, lavori che ad oggi interessano almeno 11 strutture, tra cui anche alcuni storici 4 e 5 stelle. Da tempo stiamo rinunciando a considerevoli introiti per dare priorità all’adeguamento degli alberghi e quasi tutti i nostri associati hanno dato la propria disponibilità a fornire le stanze. Per qualche caso isolato, che non potrà garantirle per cause di forza maggiore, altri albergatori si stanno offrendo di compensare la mancanza dandone di più rispetto a quanto inizialmente preventivato”. A febbraio 2018 era stato stilato un tariffario per gli organizzatori olimpici: 5 stelle a 462 euro per la singola, 616 per la doppia; 4 stelle da 308 a 410 (doppia); 3 stelle da 218 a 291 (doppia). I prezzari sono poi stati adeguati al rialzo. Il turismo privato però renderà molto di più, per questo gli albergatori preferiscono non dare tutte le camere richieste.

A secco anche la Prefettura – Ne sa qualcosa la Prefettura di Belluno che deve recuperare 1.076 posti letto per le forze dell’ordine. A dicembre ha ufficializzato un avviso esplorativo per sondare la capacità ricettiva del territorio, ma la richiesta di esprimere manifestazione di interesse entro il 31 gennaio è andata deserta. Ci riproverà a giugno cercando 70 camere singole per dirigenti e altre camere con due-tre letti in alberghi da 3 e 4 stelle, oltre al servizio di ristorazione. Il sistema della sicurezza impiegherà per le Olimpiadi di febbraio 2026 1.117 uomini, mentre per le Paralimpiadi di marzo ne basteranno 500. Per i Mondiali di sci del 2021 la Prefettura faticò a sistemare 568 rappresentanti delle forze dell’ordine, ma allora non c’era pubblico, a causa del Covid.

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