Michele Santoro ha deciso di denunciare il sindaco di Roma Roberto Gualtieri per non aver provveduto “agli adempimenti previsti dalla legge elettorale per agevolare la raccolta delle firme” per Pace Terra Dignità, la lista pacifista che l’ex conduttore tv guida in vista delle elezioni europee. Santoro spiega di aver dato mandato al suo legale, Lorenzo Borrè, dopo “ripetute bonarie richieste” al Campidoglio. “Evidentemente si considera un diritto di rilievo costituzionale, previsto dalla legge, come una fastidiosa pratica da non evadere per ragioni non precisate. Riguardo ai voti non c’è solo lo scandalo di Bari, ma anche quello di Roma”, aggiunge Santoro. Il giornalista ha raccontato di aver parlato con l’assessore responsabile dell’ufficio elettorale, Andrea Catarci: “Mi ha detto: il Comune non è obbligato a farlo. Il Partito Democratico non ha avvertito la necessità di esprimersi nel merito della vicenda. Evidentemente si considera un diritto di rilievo costituzionale, previsto dalla legge, come una fastidiosa pratica da non evadere per ragioni non precisate”. Al momento, stando alle cifre date dalla stessa lista, è stata raggiunta quota 63mila firme.

Il Campidoglio da parte sua conferma la ricostruzione di Santoro: “Raccogliere e vidimare firme – dice l’assessore Catarci non costituisce un obbligo dei Comuni ma rappresenta una possibilità: lo prevede l’articolo 14 della legge 53 del ’90, lo confermano il ministero dell’Interno e la direzione centrale dei servizi elettorali di Roma Capitale”. L’assessore precisa che “non esiste alcuna intenzione né nessun tentativo di svantaggiare Santoro: le amministrazioni possono valutare in autonomia e in base alle loro disponibilità organizzative e logistiche se aderire o meno all’invito che viene dalle liste: con maggiori risorse economiche e di personale Roma Capitale avrebbe sicuramente fatto uno sforzo per andare incontro alle richieste, ma ciò non è possibile nelle attuali condizioni. Ce ne dispiacciamo ma viene il dubbio che le rimostranze di Santoro siano a questo punto finalizzate a trovare unicamente spazi di visibilità mediatica“.

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