La Juventus dovrà pagare 9.774.166,66 milioni di euro (più interessi) a Cristiano Ronaldo. Lo hanno stabilito i tre arbitri – Gianroberto Villa, Roberto Sacchi e Leando Cantamessa – nella disputa tra Cr7 e il club bianconero sulla famosa “carta Ronaldo”. La vicenda riguarda le mensilità differite dalla Juventus nelle cosiddette “manovre stipendi” e poi mai versate al portoghese. Da qui l’appoggio ai legali John Shelata, Emanuele Guastalla, Fabio Iudica e Salvatore Pino con cui il giocatore dell’Al-Nassr ha ottenuto una vittoria che costerà ora parecchio anche in termini di bilancio per la Juve visto che negli esercizi precedenti non aveva accantonato nessuna quota di rischio per la questione. La cifra corrisponde a quanto Ronaldo avrebbe dovuto incassare al netto di tasse e contributi.

La controversia è legata al pagamento di 19,5 milioni di euro di stipendi arretrati che spettavano al calciatore portoghese. Cristiano Ronaldo – si legge nel documento della Camera arbitrale – “chiede il risarcimento del danno, quantificato nell’importo di Euro 19.548.333,33 (pari cioè all’ammontare della rinuncia ai compensi), fondando la propria pretesa sul comportamento doloso ascritto alla convenuta o sulla responsabilità precontrattuale di quest’ultima. Quanto alla responsabilità derivante dalla condotta dolosa di Juventus, si è già detto dell’assenza di prova circa la determinazione della volontà della parte tramite l’inganno e dunque non risultano sussistenti i presupposti di fatto che possano giustificare simile ricostruzione. Deve invece essere riservata una più attenta analisi alla condotta posta in essere dalle parti in tutto il periodo intercorso tra il mese di aprile del 2021 e l’introduzione del presente arbitrato”, spiegano i tre arbitri che poi in conclusione sottolineano che “la Juventus va ritenuta responsabile del danno subito da Cristiano Ronaldo per la perdita delle retribuzioni, ma il danneggiato deve subire una riduzione del risarcimento, ai sensi dell’art. 1227, comma 1, c.c., pari alla metà”.

Inoltre, “nelle proprie difese, Juventus ha chiesto l’assunzione di prove testimoniali su circostanze riguardanti le contrattazioni e il successivo trasferimento di Cristiano Ronaldo ad altra squadra avvenuto nell’agosto 2021. Si tratta di circostanze, non specificatamente contestate dall’attore, che il Collegio Arbitrale ritiene comunque irrilevanti ai fini della decisione, poiché non incide sull’accertamento della responsabilità precontrattuale in capo alla società convenuta chi abbia assunto l’iniziativa del trasferimento di Cristiano Ronaldo al Manchester United e quali siano state le interlocuzioni precedenti con altri club”, spiegano nella sentenza.

La replica della Juventus – Il club bianconero sottolinea in una nota come il Collegio Arbitrale abbia “rilevato l’assenza di alcun accordo di integrazione concluso tra le parti, ritenendo, dunque, che la cosiddetta ‘carta Ronaldo‘ non abbia alcun effetto vincolante; pertanto, hanno rigettato le domande” del giocatore “di nullità dell’accordo di riduzione dei compensi e di adempimento dell’accordo di integrazione; hanno altresì rigettato la domanda di annullamento dell’accordo di riduzione dei compensi, rilevando l’assenza di dolo in capo alla società, la cui condotta non ha inciso sulla volontà” di Ronaldo “di sottoscrivere il predetto accordo di riduzione; hanno accolto parzialmente la domanda formulata in estremo subordine” dal giocatore, “accertando la responsabilità precontrattuale di Juventus derivante dal fallimento della trattativa e condannato la convenuta al pagamento di una somma pari a circa 9,8 milioni euro (corrispondente alla metà della richiesta dell’ex tesserato, pari a circa 19,6 milioni di euro)”. “La società, anche con il supporto dei propri legali – prosegue la nota della Juventus – sta esaminando la decisione del Collegio Arbitrale, riservandosi ogni valutazione e iniziativa a tutela dei propri diritti“.

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