Fermato e portato in Questura dopo aver scattato un paio di foto durante un servizio di cronaca. È la denuncia del quotidiano Il Mattino di Padova che spiega come il collaboratore Edoardo Fioretto venerdì pomeriggio 1che si trovava a Palazzo Zabarella a Padova sia stato prelevato insieme agli attivisti di Ultima Generazione che avevano annunciato un’iniziativa. Il cronista è stato trattenuto per quattro ore senza poter parlare con l’avvocata della testata a cui non è stato concesso di sapere cosa stava accadendo al giornalista. Secondo quanto riportato dal quotidiano Fioretto non ha avuto la possibilità di usare il cellulare per comunicare con la redazione, con l’avvocato, con i familiari. Alle 20 gli è stato concesso di andare via senza alcun verbale di contestazione. Un caso sul quale è intervenuto il Sindacato Giornalisti del Veneto per denunciarne la gravità e chiedere immediata chiarezza sottolineando come il diritto di cronaca sia “un valore per la comunità e un presidio di democrazia che non può essere in alcun modo limitato o soppresso”. Chiarezza viene chiesta anche dal Cdr del Gruppo Nem.

Fioretto era presente nel momento in cui un gruppo di attivisti è stato portato via dalla polizia. Dopo aver scattato due foto i poliziotti chiedono i documenti, il giornalista si presenta e spiega di essere in servizio. consegnando la carta di identità. Decide di registrare il tutto girando un video e avverte gli agenti della cosa. Riesce a informare la redazione e della situazione viene avvertita l’avvocata del Mattino Orietta Baldovin che però non riesca a entrare in contatto con il giornalista. Il cronista, che non è stato sottoposto a fotosegnalamento a differenza degli attivisti, durante tutto il tempo non ha avuto la possibilità di telefonare.

Il senatore e segretario del Partito Democratico del Veneto, Andrea Martella, annuncia un’interrogazione sulla vicenda, un cronista “che svolgeva il suo lavoro. È un episodio grave ed inquietante”.
“Non vogliamo nemmeno pensare – aggiunge l’esponente dem – che si tratti di un tentativo di limitare la libertà professionale del giornalista e della redazione del Mattino. Al Ministro dell’Interno Piantedosi chiederemo con urgenza un chiarimento sull’accaduto e nello specifico quali motivazioni hanno portato gli agenti a bloccare il cronista per oltre 4 ore, contestando addirittura il documento di identità, e senza alcuna possibilità di contattare il proprio avvocato, i colleghi della redazione o la famiglia e, soprattutto, senza alcuna apparente motivazione. La libertà di stampa, di informare e di essere informati è una prerogativa garantita dalla Costituzione e va tutelata in ogni contesto”.

“Era il novembre scorso quando un giornalista collaboratore de La Repubblica a Messina veniva fermato e trattenuto arbitrariamente per ore nella locale questura. Non un una risposta in questi mesi su questo episodio grottesco, se non informalmente un imbarazzo degli ambienti del Viminale” afferma Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra, che già sul caso di Messina ha presentato un’interrogazione parlamentare e che anche sul caso di Padova si appresta a depositare un atto di sindacato ispettivo parlamentare. “Ora veniamo a sapere che un simile episodio si è ripetuto ieri a Padova dove, dopo una manifestazione di ecoattivisti, un altro giornalista questa volta collaboratore de Il Mattino di Padova è stato trattenuto per ore e ore in questura, non si sa bene per quale motivo o fatto o contestazione di reato. Un altro episodio incomprensibile che colpisce di fatto l’esercizio della libera stampa nel nostro Paese. È evidente che nei prossimi giorni – prosegue il leader di SI – dovranno dare spiegazioni su questa vicenda il ministro dell’Interno in Parlamento, e i vertici della polizia”.
“Esprimiamo solidarietà al giornalista, ai suoi colleghi della testata coinvolta e alle organizzazioni sindacali dei giornalisti. Esercitare appieno il diritto a poter svolgere il mestiere di giornalista – conclude Fratoianni – è uno dei punti qualificanti di una democrazia, nessuno dovrebbe mai dimenticarlo”.

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