“È ormai chiaro che le esternalizzazioni, non solo non hanno portato alcun risparmio alle casse pubbliche (statali, regionali o comunali che siano), ma hanno reso ancora più precario il lavoro e peggiorato le condizioni dell’assistenza alle persone fragili“. È la conclusione della manifestazione che si è svolta mercoledì 10 aprile a Roma, giornata di sciopero nazionale del lavoro sociale proclamato dalle sigle sindacali di base SGB, CUB, ADL Cobas e CLAP insieme all’Usb.

“Tantissimi lavoratori e lavoratrici sono scesi in piazza per rivendicare condizioni di lavoro più stabili e dignitose. Erano presenti, in piazza SS Apostoli, delegazioni provenienti da ogni parte di Italia: da Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Rimini, addirittura dalla Sicilia, oltre che da Roma e da diversi comuni del Lazio”, fanno sapere dall’organizzazione, ricordando che la manifestazione è arrivata dopo un percorso di mobilitazioni che, da settembre, ha caratterizzato soprattutto il servizio di inclusione scolastica, ma ha coinvolto anche operatrici ed operatori di tutti i servizi socio assistenziali ed educativi esternalizzati.

“Questo sciopero non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso con il quale intendiamo rivendicare la reinternalizzazione dei servizi di assenza alla persona”, spiegano ancora i sindacati. Oltre alle operatrici e agli operatori, sono intervenuti in piazza i parlamentari Francesco Silvestri (M5S) e Francesca Ghirra (Verdi SI), la quale è prima firmataria di una delle tre proposte di legge (una di maggioranza e due di opposizione, a dimostrazione dell’universalità del tema) per l’internalizzazione del servizio di inclusione scolastica al ministero dell’Istruzione.

Una delegazione dei sindacati è stata ricevuta dall’ufficio di gabinetto del Ministero per la disabilità: “Abbiamo rappresentato ai nostri interlocutori il legame indissolubile tra qualità dei servizi e qualità del lavoro. Riteniamo irrimandabile la necessità di assicurare continuità e stabilità lavorativa ad educatrici ed educatori e allo stesso tempo continuità educativa ai beneficiari dei servizi di inclusione, con particolare riferimento a quella scolastica”, spiegano aggiungendo che il ministero “ha ribadito, seppur sottolineando di non essere competente per l’internalizzazione e le relative coperture economiche, la volontà di farsi portavoce presso gli altri ministeri competenti, svolgendo una fondamentale funzione di stimolo che auspichiamo possa aiutare il processo in corso”.

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