Mentre in Germania si conferma il pesante calo di vendite delle auto elettriche, i costruttori rivedono i loro piani di elettrificazione globali. Osservando i dati del mercato tedesco (il più importante d’Europa), emerge come a marzo siano state immatricolate 31.383 vetture a batteria, in flessione di circa il 29% rispetto a marzo 2023 e con una quota di mercato che non supera il 12%. Un tonfo ancor più fragoroso di quello di febbraio, quando erano state registrate 27.479 vetture a batteria, in calo del 15,4% sul febbraio 2023. Un trend prevalentemente legato alla decisione del governo federale di interrompere gli incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni: una decisione che dimostra come attualmente il mercato dell’automobile a batteria sia strettamente legato al sostegno dei soldi pubblici.

Tuttavia, il rallentamento della domanda per le auto elettriche non è solo un fenomeno regionale. Ecco perché molti costruttori stanno “correggendo” le loro strategie di elettrificazione: gli ultimi che si sono uniti al gruppo sono i coreani della Kia, che ritengono che la domanda di mercato per le automobili a batteria sia destinata a crescere fino al 2030, ma a un ritmo irregolare (soprattutto a breve termine), viziata dall’indebolimento dell’economia globale, dal taglio degli incentivi e dal lento sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

Sicché per “rispondere agilmente ai cambiamenti del contesto di mercato”, Kia rafforzerà la sua offerta di veicoli ibridi con sei modelli nel 2024, che diventeranno otto nel 2026 e nove nel 2028, e con opzioni di ibridizzazione “sulla maggior parte dei principali prodotti”. Nel frattempo, la rinnovata Kia Sorento, in occasione dell’aggiornamento di metà carriera, reintroduce il turbodiesel da 2.2 litri di cilindrata. Una resurrezione non troppo sorprendente, data la situazione.

Oltreoceano, invece, è Ford a rivedere i suoi piani di elettrificazione: il colosso di Dearborn aveva già ridimensionato i programmi produttivi di Bronco, F-150 Lightning e Ranger. Ora il costruttore annuncia cambiamenti anche per la fabbrica di Oakville, in Ontario: il veicolo a batteria che sarebbe dovuto essere assemblato in questo impianto dal prossimo anno non vedrà la luce prima del 2027. Se non altro, in California un team di tecnici è al lavoro su una nuova piattaforma “più piccola, a basso costo, redditizia e flessibile in grado di supportare veicoli elettrici da alti volumi di vendita”. Tuttavia, come Kia, Ford è intenzionata ad ampliare la sua offerta di veicoli ibridi, col target di offrire propulsori termici elettrificati sull’intera gamma per gli Usa entro fine decennio.

E Stellantis? L’ultima della multinazionale con una gamba in Italia riflette il momento buio dell’auto elettrica: dopo aver presentato e commercializzato i suoi multispazio Peugeot Rifter, Citroën Berlingo, Fiat Doblò e Opel Combo Life in configurazione esclusivamente elettrica, adesso il costruttore – complice le modeste vendite – introduce sui modelli sopraelencati le motorizzazioni diesel e benzina, che hanno prezzi d’attacco inferiori mediamente di 12 mila euro rispetto alle varianti alimentate a corrente. Stellantis si è detta pronta a modificare la strategia sui veicoli a batteria in base ai risultati delle prossime elezioni di UE e USA; e risponderà adeguatamente “se l’opinione politica e pubblica tenderà verso l’adozione di un minor numero di veicoli elettrici”, ha di recente dichiarato l’ad Tavares.

I piani di “revisione” dei suddetti costruttori arrivano in scia a quelli di Renault. Poche settimane fa Fabrice Cambolive, responsabile del marchio transalpino, in un’intervista alla testata specializzata Autonews chiariva: “La nostra strategia è avere una gamma di veicoli a combustione interna con tecnologia ibrida e un modello completamente elettrico in ogni segmento. Ciò potrebbe funzionare per i prossimi 10 anni”. In precedenza, Renault aveva manifestato la volontà di offrire solo vetture elettriche entro il 2030. Tuttavia, le avverse condizioni di mercato hanno fatto cambiare idea alla dirigenza francese.

Sull’auto a batteria ha fatto retromarcia pure Mercedes: “Le elettriche costeranno più delle auto tradizionali ancora per molti anni”, ha detto l’ad Ola Källenius. La Stella continuerà quindi a investire nella decarbonizzazione dei motori tradizionali. “Stiamo sviluppando tutta la gamma endotermica per rispondere alle future normative sulle emissioni”. Nel 2021 Mercedes aspirava a vendere solo vetture elettriche già nel 2030, ma per quella data il target è stato ridotto del 50%, includendo nel computo le ibride.

Anche Jaguar Land Rover rallenterà la commercializzazione di nuove elettriche, puntando di più sulle ibride ricaricabili: il costruttore ha tagliato da sei a quattro i modelli a batteria a marchio Land Rover da portare sul mercato entro il 2026; solo due le novità elettriche per il brand Jaguar.

Toyota, infine, sta sviluppando nuovi modelli con motore a combustione interna di prossima generazione. Per il Presidente Akio Toyoda “le elettriche avranno una quota di mercato del 30%”, il resto lo faranno termiche e ibride. Infine, Apple ha abbandonato il progetto di realizzare un’auto elettrica, su cui lavorava da una decina d’anni e in cui ha impiegato 2 mila dipendenti e investito miliardi di dollari.