Novak Djokovic e Goran Ivanisevic si sono separati dopo circa cinque anni. Un divorzio annunciato dal tennista serbo con un post sul suo profilo Instagram che l’allenatore ed ex giocatore croato ha commentato in un’intervista a SportKlub. “Ho sentito molte cose, nessuna delle quali vera. La verità è che io mi sono stancato di lui e lui di me, ma non c’è una ragione reale”. Insieme i due hanno passato mezzo decennio e vinto dodici Slam. Secondo Ivanisevic il rapporto ha solo raggiunto una naturale fine: “C’è stato quasi un senso di saturazione perché sono stati cinque anni molto intensi e difficili. Le persone dimenticano il periodo durante il Covid, quando Djokovic è stato etichettato come il nemico più grande del mondo per il suo status legato alla vaccinazione. Siamo entrati in una sorta di limbo, poi ci siamo stancati l’uno dell’altro. In più, non sentivo di potergli dare ancora una mano. Abbiamo fatto grandi cose”. Le prime avvisaglie di addio, però, c’erano già state molto tempo fa: “Ho sentito che qualcosa non andava l’anno scorso in America. Qui ho veramente cominciato a sentire che la fine fosse vicina. A quel punto era solo questione di capire quando”. Come raccontato da Ivanisevic, alla separazione ha contribuito anche la sua operazione al ginocchio dopo lo US Open, che lo ha tenuto lontano dal Djoker per circa sette settimane aumentando il peso del ruolo di coach.

Gli italiani – Sul rendimento recente di Djokovic pesano le sconfitte inflitte da due italiani: Sinner in semifinale agli Australian Open e Luca Nardi ai sedicesimi del Masters 1000 di Indian Wells. Ivanisevic ha commentato così entrambi i passi falsi: “In Australia poteva vincere, ma la sconfitta non è stata niente di tragico. Non ha perso al primo turno, ma contro un ragazzo giovane, ben allenato. Non so cosa sia successo, ma Djokovic non è stato se stesso e Sinner è troppo bravo per non entrare in partita quasi al 100%”. Sulla sconfitta con Nardi invece ha fatto la differenza in negativo il primo set, definito da Ivanisevic “il più brutto che Djokovic abbia mai giocato con me”. “Novak non si è dimostrato pronto per la battaglia scoppiata dopo. Nardi comunque resta molto bravo, dovrebbe essere già in top 50 per quanto mi riguarda”, ha aggiunto.

Il futuro – Quello tra il tennista e l’oramai ex allenatore è un matrimonio finito bene e non sono mancati gli elogi da parte di Ivanisevic: “A camere spente e quando può essere se stesso, Novak è una brava persona, con un gran cuore. Io sono sempre stato pronto a morire per lui se fosse stato necessario, perché ha sempre lottato contro il mondo”. Ora che non sono più insieme, Djokovic si appresta a preparare la stagione sulla terra rossa potenzialmente senza un allenatore. Un nome per il futuro, anche solo per un periodo di supervisione, è quello di Nenad Zimonjic che ha ricevuto la benedizione dall’ex coach.

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