Francesca Cantarini è un’insegnante italiana che lavora in Francia. Con il marito e i suoi due figli vive a Nizza, dove l’italiano, in numerose scuole medie e superiori, è la prima lingua straniera che viene studiata insieme all’inglese. “Il mio sogno era diventare insegnante di lettere in Italia – racconta – ma il mercato del lavoro italiano (e soprattutto il sistema scolastico) è molto lento ad assorbire i giovani laureati, così ho risposto alla chiamata francese e ho accettato una supplenza in un liceo a Orléans”. Arrivata in Francia nel 2017 con una laurea di Lettere moderne conseguita a Bologna, Francesca ha iniziato subito a lavorare. Dopo qualche anno di supplenze, ha deciso di dare in Francia il concorso per l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera. In Italia avrebbe dovuto attendere concorsi che, oltre a offrire prospettive precarie, in quegli anni non erano neanche all’orizzonte. “In Francia, per gli insegnanti, c’era (e c’è) un concorso ogni anno. Per l’italiano ci sono pochi posti, una ventina all’anno, ma si può provare più volte. Per altre materie i posti sono molto più numerosi, per questo è più semplice entrare nel sistema scolastico – spiega Francesca – Inizialmente non mi precludevo di tornare in Italia, ma poi ho deciso di rimanere in Francia anche per motivi personali, proprio in ambito lavorativo ho infatti conosciuto il mio attuale marito, ci siamo innamorati e abbiamo scelto di creare una famiglia”.
Cose che possono capitare con maggiore frequenza, quando l’età media dei colleghi non è di 50 anni come in Italia e l’essere giovani non rappresenta un’eccezione. “Mi manca molto l’Italia e coltivo il sogno di tornarci, però, sicuramente, a livello di carriera, di stimoli e di possibilità all’interno della scuola qui ci sono più opportunità”. A parte i sostegni alla maternità e uno stato sociale più presente, nello specifico della scuola lo stipendio lordo di un insegnante può superare di 6mila euro l’anno il compenso che è riconosciuto in Italia. Nonostante la Francia non sia tra i paesi dove gli insegnanti sono pagati di più in assoluto, la grossa differenza rispetto all’Italia sta nelle prospettive di crescita: “Si va da 2mila euro mensili dei primissimi anni ai 2.900 che si maturano andando avanti, una crescita di stipendio che in Italia è molto meno marcata“. Anche i tirocinanti sembrano ricevere un trattamento migliore, considerando che vengono pagati 1.840 euro, 1.750 in caso di part-time. L’ultimo aumento? “Annunciato ad aprile dopo mesi di proteste degli insegnanti e ottenuto a settembre, è in media di 160 euro netti al mese e può raggiungere i 250 per i professori con più anzianità”. Insomma che anche i sindacati, in Francia, mantengono una capacità di mobilitarsi e farsi ascoltare dal governo maggiore di quanto non avvenga da noi.
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