Il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini scrive su X che Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell’Unrwa verso il nord di Gaza. “Nonostante la tragedia che si sta consumando sotto i nostri occhi, le autorità israeliane hanno comunicato all’Onu che non approveranno più alcun convoglio alimentari Unrwa verso il nord. Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l’assistenza salvavita durante una carestia provocata dall’uomo“.

Sabato il portavoce dell’Unicef James Elder ha affermato che “Mai prima d’ora così tanti bambini di Gaza avevano avuto bisogno di cure mediche. Nel nord della Striscia un bambino su tre sotto i due anni soffre di malnutrizione acuta”. Secondo Elder “un cessate il fuoco umanitario immediato offre la migliore possibilità di salvare vite umane, porre fine alla sofferenza e consentire la consegna urgente di aiuti salvavita”.

“Bloccare la consegna del cibo significa negare alle persone la possibilità di sopravvivere. Questa decisione deve essere urgentemente revocata. I livelli di fame sono acuti. Tutti gli sforzi per consegnare il cibo non solo dovrebbero essere consentiti, ma ci dovrebbe essere un’immediata accelerazione”, scrive su X il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Nei mesi scorsi Tel Aviv ha accusato l’Unrwa, sostenendo che alcuni dei suoi membri hanno preso parte agli attacchi del 7 ottobre. Accusa che ha portato all’apertura di un’inchiesta e indotto in un primo momento, diversi paesi a sospendere i finanziamenti. Tuttavia, sinora, non sono emerse evidenzi che confermino gli addebiti di Israele e diversi stati hanno ripreso a donare soldi all’organizzazione, anche alla luce del continuo deterioramento delle condizioni nella Striscia. Ieri Israele ha accusato l’Onu di essere antisemita dopo che il segretario generale Antonio Gutierrez aveva espresso la sua costernazione per la situazione dei civili a Gaza.

In serata, uno spiraglio. Secondo l’emittente Channel 12, Israele ha trasmesso ad Hamas un documento dettagliato su tre fasi di un accordo per il rilascio degli ostaggi. I nuovi numeri parlano di una disponibilità, in una prima fase, a liberare tra i 700 e gli 800 detenuti palestinesi in cambio di 40 ostaggi durante una tregua di sei settimane. C’è, secondo la tv, anche una serie di proposte per il ritorno di una parte degli sfollati civili nel nord della Striscia. Israele esclude invece un ritiro totale del suo esercito da Gaza. Una condizione che difficilmente Hamas potrà accettare.

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