“Questo di oggi per me è un atto di legittima difesa – non del sindaco, non del consiglio comunale – ma un attimo di legittima difesa della nostra città”. Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha iniziato la conferenza stampa convocata dopo la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del Comune di Bari, comunicata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Io ho paura per me e per la mia famiglia ma sono sindaco e non mi giro dall’altra parte” ha detto poi ricordando alcune battaglie per la legalità fatte a Bari e per le quali ha ricevuto minacce ed è finito sotto scorta. “Ieri quando ho ricevuto la telefonata di Piantedosi ero in auto con la mia scorta, che ho da 9 anni. Se c’è solo l’anticamera di un sospetto sull’amministrazione e sul sottoscritto, allora rinuncio alla scorta. Non posso essere un sindaco antimafia e allo stesso tempoo il ministero mi fa l’accesso al Comune per verificare se ci sono le condizioni per lo scioglimento”. Decaro ha evidenziato di aver “tolto il territorioalla criminalità. Ripercorrendo i vari episodi, la voce del sindaco è rotta dal pianto. Quanto agli esponenti del clan Parisi, il sindaco ha detto di averli incontrati solo nelle aule di giustizia quando si è costituito contro di loro: “A Bari la mafia ci sta, ci sono 14 clan, ma li devi combattere e guardare in faccia”.

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