Ogni anno per DCA (disturbi del comportamento alimentare) muoiono 4 mila persone. Il tasso di suicidio tra gli studenti under 24 corrisponde al 5% del totale annui. Questi sono solo alcuni dei dati ricordati durante il presidio organizzato dalla Rete degli studenti medi del Lazio, ai piedi del ministero della Salute, in occasione del 15 marzo, la Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare. “Secondo l’organizzazione mondiale della sanità – dice Francesca Giuliano, dell’Unione degli studenti Universitari – è la seconda causa di morte per le giovani donne tra i 12 e i 25 anni”. Sempre secondo i dati dell’Oms, la soglia di età in cui si manifestano questi tipi di disturbi si abbassa sempre di più, iniziando anche tra i bambini e le bambine di 8 e 9 anni. In piazza gli studenti hanno chiesto più finaziamenti, soprattutto dopo il taglio, voluto dall’attuale governo, al Fondo istituito dall’esecutivo Draghi che prevedeva 25 milioni di euro per due anni destinati all’apertura di ambulatori specializzati.
“C’è una legge depositata in parlamento da Chiedimi come sto, il progetto sulla salute mentale voluto dagli studenti medi e dagli univeristari – spiega Carlo Fanfoni, della Rete degli Studenti medi del Lazio – con la quale chiediamo un aumento degli psicologi all’interno delle scuole insieme alla creazione di campagne di sensibilizzazione all’argomento. Ovviamente c’è bisogno di aumentare i fondi per i centri dedicati. In questo momento in Italia solo 5 regioni hanno più di 5 centri per la lotta a questi disturbi”. La giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione è stata istituita ufficialmente nel 2018 con una direttiva del consiglio dei ministri dell’epoca. Le celebrazioni, però, sono nate alcuni anni prima, nel 2012 grazie all’associazione Mi Nutro di Vita creata per iniziativa di un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia, Giulia di soli 17 anni, a causa della bulimia, malattia di cui soffriva da molto tempo.