Precipitano del 23,8% le azioni di Telecom dopo che il gruppo ha presentato il nuovo piano. In una sola seduta si è perso circa un miliardo di capitalizzazione. Gli investitori palesano così il loro scetticismo sulla raggiungibilità degli obiettivi indicati nel documento. Gli scambi sono stati intensissimi. A metà seduta erano passare di mano più di un miliardo di azioni rispetto ad una media giornaliera di meno di 162 milioni di pezzi. Il gruppo ha chiuso il 2023 con un rosso di 1,4 miliardi di euro ma la perdita è dimezzata rispetto all’anno prima. Nei prossimi tre anni Tim, senza la rete, dopo la cessione di Netco ma con Sparkle ancora inclusa nel perimetro, punta a ricavi in crescita del 3% medio annuo, un ebitda (i profitti prima di pagare tasse ed interessi sui debiti, ndr) in aumento dell’8% medio annuo e a “un debito sostenibile e in ulteriore riduzione, con una leva (ovvero il rapporto debito/ebida, ndr) al 2026 attesa a 1,6-1,7 volte”. Tim vede, al termine del prossimo triennio, “opportunità di remunerazione degli azionisti”.

Ma, secondo gli analisti, gli obiettivi di crescita sono troppo alti “in un mercato difficile e competitivo nel quale Tim perde costantemente clienti”. Il management del gruppo sta cercando di convincerli del contrario. “È un traguardo raggiungibile”, sostiene durante il Capital Market Day l’amministratore delegato Pietro Labriola. “Non è un piano aggressivo, è un piano sfidante ma se faremo gli sforzi che dobbiamo fare ce la faremo”, rafforza il messaggio il direttore finanziari Adrian Calaza prova a rassicurare il mercato. “Non siamo qui a darvi numeri migliori di quelli che possiamo fare: come ha detto l’ad Labriola per noi è importante confermare la vostra fiducia, dobbiamo mantenere le nostre promesse”, aggiunge. Il gruppo Tim ha come primo azionista i francesi di Vivendi (23,7%). Ci sono poi Cassa depositi e prestiti (quindi il ministero dell’Economia) con il 9,8% e poi investitori istituzionali della finanza con quote minori.

Vivendi, a sua volta, ha comunicato i risultati dell’anno scorso. Il 2023 si è chiuso con un utile netto di 722 milioni di euro, quasi raddoppiato rispetto ai precedenti 343 milioni. L’utile attribuibile agli azionisti – si legge in una nota – è di 405 milioni di euro. In crescita del 9,5% i ricavi a 10,1 miliardi e l’indebitamento netto a 2,4 miliardi contro i precedenti 860 milioni. Il valore della partecipazione in Tim è stato svalutato di 1,3 miliardi. Lo si legge in una nota in cui viene indicata una perdita netta di 393 milioni derivante da tale partecipazione.

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