Quando i giudici, invece di dedicarsi a codici e pandette, prendono in mano la calcolatrice e si occupano di numeri per motivare una sentenza. È accaduto alla prima sezione del Tar del Friuli Venezia Giulia che si è inerpicata lungo una strada sicuramente inconsueta, in tema di tutela ambientale, nel contenzioso che riguarda il taglio di 53 tigli in uno storico parco di Pordenone. Si tratta della ex Casa dei Balilla, costruita durante il Ventennio, la cui area è considerata un bene storico-culturale, assieme all’edificio la cui facciata verrà comunque conservata, ai fini di un intervento finanziato dal Pnrr per realizzare un complesso di attività sportive. A volere l’intervento “Polo Young” è la giunta di centrodestra di Alessandro Ciriani, di Fratelli d’Italia, fratello di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Ad opporsi, convinti che l’abbattimento costituisca un danno grave e irreparabile, sono stati 53 cittadini e l’associazione di promozione sociale Legambiente Circolo Fabiano Grizzo, che da un anno si sta battendo per impedire il sacrificio degli alberi. Ebbene, i giudici del Tar di Trieste hanno espresso “forti dubbi in ordine alla sussistenza della legittimazione a ricorrere in capo alla Legambiente Circolo Fabiano Grizzo, apparendo alquanto carente il requisito giurisprudenziale dell’’adeguato grado di rappresentatività’ e finanche quello del ‘collegamento territoriale’”. Le toghe amministrative hanno censurato il fatto che l’associazione “pur costituita nel 1987 ed essendo da allora asseritamente operativa sul territorio, conta, ad oggi, appena 56 soci, di cui solo la metà residenti a Pordenone”. Non basta che l’attività sia cominciata 45 anni fa, si tratta di un “numero esiguissimo, che non offre contezza di effettiva e concreta rappresentatività dell’interesse collettivo”. E per dimostrarlo hanno preso la calcolatrice, stabilendo che i ricorrenti sono “pari ad appena lo 0,00044 dei 52.000 abitanti circa del Comune”.

La pignoleria del calcolo colpisce, visto che per legge il giudice amministrativo (lo scrive il Tar del Friuli nel proprio sito) è tenuto a “tutelare le posizioni giuridiche di interesse legittimo e, in particolare materie, di diritto soggettivo (art. 7 c.p.a.), asseritamente lese da atti e comportamenti delle Pubbliche”. Gli ambientalisti di Pordenone ritengono, per l’appunto, di essere in una situazione del genere e portatori di un interesse collettivo legittimo. Invece i giudici hanno ritenuto le censure “espresse dai cittadini ricorrenti” (e non dall’associazione) “in parte, irricevibili o inammissibili e, in parte, infondate”. Per loro “il sacrificio degli alberi non può essere isolatamente apprezzato, ma va considerato alla luce delle finalità di rilevante interesse pubblico perseguite con la realizzazione dell’intervento. L’abbattimento dei tigli non si traduce assolutamente nell’eliminazione di un polmone verde della città di Pordenone, ma è piuttosto ineludibile prezzo da pagare per la sua rigenerazione secondo standard evoluti di funzionalità e fruibilità e con l’adozione di misure volte al contenimento dell’impatto ambientale”.

Il boschetto è destinato a sparire nel giro di poche settimane, nonostante siano scese in piazza 500 persone e si rinnovino le manifestazioni. “Il sindaco Ciriani non si cura degli alberi, nonostante la pessima qualità dell’aria della città. Il progetto non è mai stato condiviso con la popolazione. Così siamo stati costretti, come cittadini, a organizzare una raccolta fondi di 15mila euro per le spese legali, così da ricorrere al Tar. Per sentirci poi rispondere che siamo troppo pochi”. L’associazione aggiunge: “Il Comune ha rifiutato di fare la perizia sulla vita degli alberi, perché se si scoprisse che hanno più di 70 anni, non potrebbero essere abbattuti”.

L’architetto Moreno Baccichet è autore di una ricerca storica: “Ad avere più di settant’anni non sono solo gli alberi, ma anche il complesso del parco che come tale andrebbe tutelato in quanto bene culturale. Le spese per realizzarlo, assieme alla Casa dei Balilla, risalgono al 1937, anno in cui vennero acquistate le piante da vivaisti di Treviso. Invece l’amministrazione comunale non lo giudica un parco importante, ma un semplice lotto edificabile”. Lo scontro è molto duro. Gli ambientalisti chiedono un semplice esame agli alberi, non invasivo, per accertarne l’età. Il sindaco Ciriani (che si candida alle Europee per FdI): “Se il loro ricorso temerario in Consiglio di Stato ci farà perdere i 23 milioni di finanziamento, denunceremo gli attivisti e chiederemo i danni”. E precisa: “Non è una minaccia”.

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