In un torrido pomeriggio estivo dei nostri tempi, un chirurgo e un infermiere cercano di salvare una vita. Immagine creata da Sandra Rizza. UNTITLED (2024) tecnica mista su cartoncino 21×14,8cm.

CHIRURGO Quaranta millimetri, anzi vai con quarantacinque il battito è buono.
INFERMIERE Fatto.
CHIRURGO Antibiotico in flebo! ché già si sta infettando, guarda. Dai campione fai la ninna che ora ti ricuciamo tutto.
IINFERMIERE Antibiotico in flebo.
CHIRURGO Garza.
INFERMIERE Un mese di degenza e sarai più forte di prima, ti riempiamo di morfina che neanche un dolorino…
CHIRURGO Questo filo di sutura non mi piace dammi l’altro. Grazie. Tampona che non vedo niente.
INFERMIERE Ok.
CHIRURGO Devi esercitare una pressione maggiore.
INFERMIERE Ok.
CHIRURGO Eh, niente…L egatura.
INFERMIERE Ok.
CHIRURGO Clip.
INFERMIERE Clip.

ORGULLO Anche se mi avete fatto l’anestesia totale vi sento. Ok cosa?
CHIRURGO Ecco.
INFERMIERE Ok.
CHIRURGO Dai lo vedi che sei una bestia con le palle.
INFERMIERE Mica un bue da bistecca senza palle. (Ridono). Castrato con riduzione di barolo alle erbe. Roba da froci.
ORGULLO Che ridete? Se il bue non ha le palle è perché gliele tagliate voi!
CHIRURGO Tu sei un toro! Garza.
INFERMIERE Un toro raro, hai ottenuto el perdon!
ORGULLO Sono stato perdonato?
CHIRURGO Che andatura…
INFERMIERE Ritmo, resistenza, eleganza.
CHIRURGO In una parola…
INFERMIERE Trapio.
CHIRURGO Accanto a me c’era un vecchio che è scoppiato in lacrime, ci siamo abbracciati.
INFERMIERE Ho ancora i brividi.
CHIRURGO Sublime!
INFERMIERE Anche io mi sono commosso.
ORGULLO Io non mi sono commosso, io ho pianto. Ho pianto tutta la notte. Mi hanno rinchiuso. Non uno spiraglio di luce. Al buio mi hanno messo addosso dei sacchi pieni di terra. O di pietre. Erano pesantissimi. Mi sono chiesto perché dovessi sopportare il peso enorme di quel carico. Non ho saputo darmi una risposta e ho pensato di sognare. Non è un tormento vero, è solo un incubo. Ho cercato di sdraiarmi per trovare sollievo da tutto quel peso, ma mi era impossibile qualsiasi movimento, bastava un solo passo per scontrarmi con un muro. Tra un singhiozzo e l’altro ho cercato di consolarmi da solo, per resistere nella notte nera. C’era dell’acqua in un secchio e tutte le volte che l’ho bevuta mi son cagato addosso, scusate il termine. E così ho smesso di bere quella specie di acqua, un po’ dolce e un po’ salata. Ma avevo molta sete. Allora ho bevuto le mie lacrime per rinfrancarmi un po’. Le ho tirate su con la lingua, e mi son detto: tranquillo, questa è la tua lingua, queste sono le tue lacrime; coraggio.

CHIRURGO Seta oro argento, un sogno.
INFERMIERE Uno splendido traje de luces per un grande matador
CHIRURGO E non aveva mai concesso l’indulto. Un maestro, tecnica personale ma anche tanto repertorio.
INFERMIERE Grande conoscenza.
CHIRURGO Tampona. Siamo fortunati! C’è gente che in tutta la vita non ha mai assistito a un indulto, noi invece un giorno potremo raccontarlo ai nostri nipoti. Attimi eterni e poi il fazzoletto arancione…
INFERMIERE Sai cosa mi piacerebbe?
CHIRURGO Di’.
INFERMIERE Una volta vorrei assistere un matador nella vestizione.
CHIRURGO Ti piacerebbe essere un mozo de espadas?
INFERMIERE Sì, seguire ogni movimento, ogni respiro, ogni silenzio, ogni sguardo, prima che avvenga tutto.
CHIRURGO Ma tutti, garza, si chiedono come stia un matador prima della cerimonia.
INFERMIERE Ehi, ma butta sangue dal naso improvvisamente.
CHIRURGO Arrivo, è solo una piccola emorragia. Continua tu qui con la sutura. Devo cauterizzare… Ecco, se no… Ce la fai?
INFERMIERE Ok ok, tranquillo.
CHIRURGO Un matador. Tutti vorrebbero sapere anche cosa fa un matador prima, cosa fa un matador dopo, cosa fa un matador, sempre. E’ una star. Garza. Non lui, me, la fronte. Grazie. Fa troppo caldo oggi.

ORGULLO E’ stato un pomeriggio incandescente. Quando mi hanno liberato da quell’oscurità mi sono ritrovato all’aperto con gli occhi inondati di luce, non avevo la forza di pensare a niente. Nondimeno un pensiero si è fatto strada da solo: sei finalmente fuori! E c’è la musica; io amo la musica. Allora faccio per andare, da che parte ho preso non ricordo. Ho iniziato a correre, corro corro corro e, mi ritrovo davanti alla porta da cui sono uscito; rivedo il corridoio buio. E’ proprio lo stesso corridoio. Allora sono in un cerchio. Non devo girare a vuoto devo andare verso il centro del cerchio. Mi metto al centro e aspetto. Il centro è il punto di partenza. Se deve accadere qualcosa è qui che accadrà. Io e gli altri aspettiamo. E sopra di noi il sole. Giunge qualcuno alle mie spalle. Mi volto. La guardo, la riguardo… E’ proprio una giumenta bianca che incede lentamente. Le vado incontro e più mi avvicino più noto qualcosa di insolito; è bendata. Per questo è così incerta in ogni suo passo. Le chiedo, perché sei bendata?

E subito un dolore lancinante mi arriva inaspettato! Il suo cavaliere tutto agghindato mi pianta tra le spalle una lunga lancia che rigira con forza nella mia carne. Per essere più penetrante vi si appoggia sopra con tutto il corpo. Un supplizio. Cerco di difendermi ma non riesco ad arrivare a quell’araldo infernale, è seduto troppo in alto e ogni mio tentativo di colpirlo ferisce solo lei, la bellissima giumenta che però non si lamenta. Non un nitrito di paura, non un nitrito di dolore. Perché non parli cavallina? Dove siamo? Che posto è questo?… niente…Ma non hai la lingua? Ti hanno tagliato la lingua? Lei allora si irrigidisce tutta e annuisce con la testa, per tre volte. Ma io ho detto per dire; è un modo di dire…ai timidi…

Intanto quella dannata lancia continua a tormentarmi con i suoi affondi sempre più profondi… Dai parla, vedi come sono messo? No scusa tu non vedi, sei bendata… La fibra dei miei muscoli è lacerata, non riesco più a tenere su la testa, sono travolto dal dolore insopportabile, mi infurio, do di matto. Sfondo il ventre della giumenta. Le sue viscere cadono a terra e lei le trascina con sé per qualche metro; con tutta quella luce hanno riflessi di madreperla. Il bastardo finalmente mi sfila la lancia. Portano via la giumenta, fuori. Cioè dentro, nel corridoio buio. Ma allora io non sono fuori. Sono ancora dentro. Qui. Tutti gli occhi sono fissi su di me. Spira un vento rovente.

Ho sete. Cerco di orientarmi, dov’è il centro? Ripartiamo dal centro. Coraggio. To-ro! Mi chiamano. Chi mi chiama? Non vedo niente, un gran polverone turbina intorno a me e la polvere mi si appiccica agli occhi. Insistono, sono più di uno perché sento voci diverse. Toro! Toro! Toro! E ogni volta che mi chiamano mi impongono un nuovo castigo a tempo di musica! Questa musica che non sapete suonare! Miserabile di un clarino, smettila! Smettetela tutti quanti! Banda di maledetti!!!

Rimettete i vostri strumenti da quattro soldi nelle loro custodie da quattro soldi e tornatevene da dove siete venuti. Da dove siete venuti? Da dove saltate fuori? E là, da dove venite voi, non avete una persona da abbracciare? Qualcuno che vi aspetta? Un bambino con cui giocare? No… Non avete un geranio da curare? Una minestra da preparare? Una coperta da ripiegare? No? Non avete…non avete…non mi fate parlare troppo che mi duole ovunque; e il sangue… Mi scoppia la testa! Mi sta scoppiando la testa ma voi niente…non avete niente, ma proprio niente da fare!

Disgraziati! E state qui a fare cosa? A parte spaccarmi i timpani, che cazzo state facendo qui?!!! No perché, scusate, io non l’ho capito… Tutto daccapo. Dov’è il centro? Vedo il mio sangue impastato con la polvere, ho la bocca riarsa, farei qualunque cosa per un solo sorso d’acqua. Coraggio. Dov’è il centro?

Eccolo. E al centro di tutto cosa c’è?
Un uomo.
L’uomo è al centro.
Aspettami, vengo da te; un attimo di pazienza e arrivo, non sono in gran forma…ma di fiato ne ho ancora.
La distanza che ci separa e che devo percorrere mi appare infinita ma di fatto non siamo lontani.
Procedo a testa bassa così questi diabolici arpioni conficcati nel dorso allentano un po’ la loro infallibile morsa; metto un passo dietro l’altro, ed è come spostare macigni. Eccomi, ce l’ho fatta.
Mi ritrovo al suo abbagliante cospetto. L’uomo risplende.
Mai, avevo visto una creatura simile. Mi aveva atteso in una posa fantastica di antica eleganza, da favola. Da quale favola sei uscito? Eppure mi guardi con quegli occhi così…così…così…vivi!
Perché sei vivo e veramente mi hai anche sorriso ed è lì che ho pensato che hai capito tutto. Hai capito che io voglio uscire. Ci guardiamo così perché ci capiamo. Forse vuoi uscire anche tu. Usciamo insieme! Ce ne andiamo via da qui, tutti e due.

Mi indichi la porta. Alla tua destra, la tiri su e io ci passo dentro. Mi fai aria librando il tuo braccio nell’aria, grazie. Arriverò in un fresco villaggio bagnato da molti fiumi e potrò bere tutta l’acqua che voglio. Attraverso una due tre quattro cinque porte…Ogni porta una fatica!
E tu non vieni? Dove sei?
Un’altra porta! Un’altra fatica! Dai che ho il fiato corto adesso…
Quante uscite ci sono?
Ma io non sono un eroe! Non cerco la gloria, cerco solo di uscire da qui! Un’altra porta? Dove mi porta questa porta? Ehi sto guardando te! Guardami! Dove mi porta, lo sto chiedendo a te.
Che c’è?… un’altra uscita…
No! vacci tu adesso, passa! Dai vai! Passa tu che guido io! Non ti fidi? Vediamo dove ti porta! Perché resti lì impalato?
Anche se ormai respiro a stento, te lo dico io dove porta.
Sai dove porta?
Da nessuna parte. E’ un inganno. La tua elegante malia. Tu non sei elegante però, sei un guitto!
Una macchietta da quattro soldi come i tuoi compari suonatori da quattro soldi.
I tuoi passettini…

Non hai più lo sguardo di prima. Non ti preoccupare, neppure io. La giumenta.
E non so se ritorneremo mai a poterci guardare l’un l’altro come abbiamo fatto appena ci siamo incontrati.
Tu sei proprio convinto che stare qui in mezzo non ci abbia tolto qualcosa?
A tutti e due dico.
No, non intendo il sangue; come sei limitato, e comunque è il mio sangue non il tuo.
Io parlo di qualcos’altro. E’ una cosa importante. Qualcosa che entrambi abbiamo perduto ma che è indispensabile alla vita.
Bene. Non ti vedo convinto.

CHIRURGO Grazie al tuo coraggio ti sei guadagnato la libertà.
INFERMIERE Ora finché campi te la spassi (ridono).
CHIRURGO Sei un toro da monta! Non devi fare altro che scopare tutto il giorno (ridono) Un semental…
INFERMIERE Possiedi il seme del coraggio!
CHIRURGO La tua sarà una nobile stirpe.
ORGULLO Nelle vostre mani. No grazie. No. Fecondatelo voi il mondo con il vostro seme se ne avete il coraggio…
CHIRURGO Respiro irregolare.
INFERMIERE Troppo irregolare…
CHIRURGO E respira su!
INFERMIERE Ma che ha?
CHIRURGO Frequenza cardiaca?
INFERMIERE Frequenza cardiaca…
CHIRURGO Sì?!
INFERMIERE No.

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