La Procura di Genova ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per circonvenzione di incapace nei confronti di Maria Valeria Valerio, avvocato e moglie del consigliere regionale ligure Ferruccio Sansa (giornalista del Fatto), e del sacerdote Achille Boccia. Il fascicolo era stato aperto in seguito alla denuncia dell’amministratrice di sostegno di una facoltosa anziana morta a gennaio 2023, l’ex suora laica Mariangela Toncini, che aveva lasciato in eredità alla donna e al sacerdote due polizze da centinaia di migliaia di euro. Per la pm Eugenia Menichetti, questa decisione corrispondeva “alla volontà dell’anziana, che si è liberamente autodeterminata. Non vi è la prova”, si legge nella richiesta di archiviazione, “che la donna sia stata vittima di una qualche circonvenzione da parte dei due indagati, che verosimilmente sono state le persone che le sono state più vicine negli ultimi anni della sua vita, fornendole la compagnia che cercava”. L’amministratrice, peraltro, era stata a sua volta denunciata dalla signora Toncini per alcuni bonifici sospetti in uscita dal suo conto.

Nella prima fase dell’indagine, la Procura aveva chiesto e ottenuto una misura interdittiva temporanea dalla professione di avvocato per Valerio (difesa dal collega Raffaele Caruso) e l’obbligo di firma per il religioso. Era stato anche sequestrato un conto corrente cointestato tra Sansa e la moglie. Dall’interrogatorio degli indagati, però – si legge – è emerso che i due erano “sinceramente appassionati alla storia dell’anziana” e che “il loro racconto ha trovato i necessari riscontri esterni”. A Valerio la pm rimprovera però di aver “creato allarme nei vari direttori di filiale delle banche e, prima ancora, nell’amministratore di sostegno” per l'”insistenza e le modalità con le quali chiedeva (o pretendeva) risposte” sui movimenti del conto della Toncini: modalità “censurabili, agendo in veste di avvocato, poiché non ha mantenuto quella pacatezza e quel distacco che dovrebbero accompagnare la professione forense”.

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