Non un malore, ma un omicidio violento. Il Times, citando Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, stravolge il racconto fornito dalle autorità russe sulla morte improvvisa del dissidente russo Alexei Navalny in carcere, affermando che l’oppositore non è morto per una “sindrome da morte improvvisa“, come dichiarato ufficialmente, o per avvelenamento da Novichok, come ipotizzato invece dal suo team: Navalny è stato ucciso con un pugno al cuore.

Se le affermazioni di Osechkin venissero confermate, non si tratterebbe di una tecnica inusuale in Russia. L’ex Kgb sovietico, in passato, ha ucciso persone in questo modo: esponendo le vittime per ore a temperature da congelamento, cosa che sarebbe potuta avvenire nel corso di quella che Mosca ha definito la “passeggiata” di Navalny prima del decesso, gli agenti segreti russi sono in grado di ucciderle sul colpo sferrando un pugno preciso all’altezza del cuore, provocando un’emorragia fatale.

Osechkin cita una fonte che lavora nella colonia penale artica dove Navalny è morto venerdì e secondo la quale i lividi trovati sul corpo dell’oppositore sono compatibili con la tecnica del “pugno unico”. Prima della sua morte, Navalny, 47 anni, era stato costretto a trascorrere più di due ore e mezza all’aperto, dove la temperatura poteva scendere fino a -27 gradi, ha detto il fondatore di Gulagu.net. Di norma, invece, i prigionieri non vengono tenuti all’aperto per più di un’ora. Questo spiegherebbe perché, secondo le testimonianze dei familiari, il fatto che Navalny sia morto nel corso della giornata contrasti con le sue abitudini all’interno della colonia penale, con l’ora d’aria concessa solitamente nella primissima mattinata.

Intanto, la madre del dissidente, Lyudmila Navalnaya, ha denunciato la Federazione russa per “atti illegali” nei confronti del figlio. Un tribunale dell’estremo nord russo la esaminerà il mese prossimo. Alla donna, a giorni di distanza dal decesso, viene ancora impedito di vedere il corpo del figlio. Il responsabile della fondazione anti-corruzione di Navalny, Ivan Zhdanov, aveva fatto sapere ieri che la donna aveva presentato la denuncia accusando il Comitato investigativo russo di inazione nel consegnare la salma del dissidente.

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