Studenti contro il colosso della caffetteria Starbucks e a difesa dei suoi lavoratori. Sono ben 25 le università statunitensi i cui alunni si stanno mobilitando per chiedere agli atenei di annullare gli accordi con la società come protesta per i ripetuti comportamenti antisindacali, di cui Starbucks si rende da tempo protagonista. Ci sono università di primo piano come la Ucla di Los Angeles, l’Università di Chicago, della Florida, quella di New York e la Georgetown University. Centinaia di campus ospitano infatti punti vendita di Starbucks.

I gruppi degli studenti stanno raccogliendo firme per sostenere le loro richieste e sensibilizzare l’opinione pubblica sui loro sforzi per responsabilizzare l’azienda. “Vogliamo assicurarci che i nostri dollari per le tasse scolastiche non continuino a sostenere questa azienda e le ingiustizie che commette”, ha detto al quotidiano Guardian David Ramirez, studente dell’Ucla. “Stiamo vedendo università in tutto il paese prendere posizione contro Starbucks, e ora molte persone si stanno rendendo conto che questa azienda non è così progressista come sostiene di essere, aggiunge. Sebbene siano ormai 400 i punti vendita di Starbucks in cui si è riuscita a costituire una rappresentanza sindacale, l’azienda continua a non riconoscere le controparti e ha chiuso alcuni dei negozi in cui i lavoratori erano più combattivi. Da quando è iniziata la campagna Starbucks Workers United, i lavoratori hanno presentato centinaia di accuse di pratiche lavorative sleali contro Starbucks al National Labor Relations Board. Gli universitari vantano già una prima vittoria. Alla Cornell University si è deciso di non rinnovare il contratto con Starbucks. Sulla scia di questo successo, campagne simili sono partite in diversi altri campi.

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