A Bruxelles il lavoro è partito sotterraneo ma la posta in palio è alta: evitare una figuraccia al governo sulla nomina del giudice italiano alla Corte dei conti europea. Per questo la Lega avrebbe chiesto una mano ai deputati di Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orbán, per sfangarla in una conta che potrebbe essere all’ultimo voto sostituendo un deputato che non potrà essere presente. La giornata chiave è giovedì e il nome indicato dal ministro Raffaele Fitto, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, rischia di non passare il vaglio della Commissione per il controllo dei bilanci (Cont) dell’Europarlamento che deve esprimersi sui curricula e le potenziali incompatibilità dei candidati.

Il voto non è vincolante, ma in caso di bocciatura, come detto, la figuraccia è assicurata. Il problema di Selvaggi, oltre a una scarsa conoscenza dell’inglese, è che da maggio scorso è capo della Struttura di Missione del Pnrr al ministero di Fitto. Un potenziale conflitto di interessi visto che potrebbe trovarsi a dover giudicare su materie di cui si è occupato come figura di fiducia del ministro che lo ha designato. Per farlo, Fitto ha violato una prassi consolidata. Finora ha sempre funzionato così: alla scadenza del mandato del giudice italiano (l’attuale Pietro Russo finisce a fine mese), il governo chiedeva un nome alla Corte dei conti che poi designava in sede europea. Stavolta i magistrati contabili ne avevano forniti due, un uomo e una donna, ma Fitto ha deciso di non seguire l’indicazione preferendo pescare in casa. Non era mai successo.

In Commissione Cont gli schieramenti vedono Socialisti, verdi, sinistra contrari (11 voti) alla nomina di Selvaggi, mentre Identità e democrazia (il gruppo che conta anche la Lega), Conservatori e riformisti sono favorevoli; a questi 6 voti si dovrebbero aggiungere gli 8 del Partito popolare dove però qualcuno potrebbe astenersi. Ago della bilancia dovrebbero essere i 5 deputati liberali di Renew Europe, di cui due francesi. Insomma ogni voto conta e qui entrano in ballo le pressioni leghiste. I due deputati del gruppo dei non iscritti non potranno partecipare alle votazioni per motivi personali. Uno verrà sostituito dalla deputata M5S Sabrina Pignedoli, che voterà contro Selvaggi portando i “no” a quota 12.

Problema: i non iscritti contano un solo “membro sostituto” che può subentrare, Pignedoli appunto, ma sarà assente anche il croato Mislav Kolakušić. I leghisti starebbero cercando di sostituirlo con uno dei 12 deputati ungheresi di Orban, per pareggiare il voto contrario di Pignedoli. La decisione spetta al segretario generale del gruppo dei non iscritti a cui è stata avanzata la richiesta. La Lega vorrebbe evitare una doppia figuraccia, visto che il relatore della nomina in Commissione è il deputato leghista Matteo Adinolfi.

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