A Pomigliano d’Arco torna lo spettro degli esuberi per i 4500 operai dello stabilimento Giambattista Vico – Stellantis finiti in mezzo alla diatriba sugli eco-incentivi tra il governo e l’azienda nata nel 2021 dall’alleanza tra Fiat Chrysler Automobilies e i francesi di Groupe PSA (Peugeot). Pochi giorni fa l’amministrato delegato di Stellantis Carlos Tavares aveva parlato di rischio, in assenza di incentivi per il mercato delle vetture elettriche, per le fabbriche di Mirafiori e di Pomigliano. “Il settore dell’automobile a breve sarà sconvolto dalla transizione energetica e dalla produzione di auto elettriche – spiega Biagio Trapani della Fim Cisl – e noi oggi abbiamo in Italia le due fabbriche più produttive (Mirafiori e Pomigliano) che sono a rischio esuberi nel giro di pochi anni”. Quello che chiedono i sindacati è un tavolo urgente con governo e Stellantis per scongiurare il pericolo di lasciare in mezzo alla strada migliaia di lavoratori. “La Fiat Panda che viene prodotta a Pomigliano oggi è tra le auto più vendute – dice il segretario generale Uilm Campania Gerardo Auriemma – però la sua versione elettrica sarà invece prodotta in Serbia dal 2026 e questo chiaramente ci preoccupa”. Ma se il futuro della produzione italiana di auto è tutto da scrivere il passato secondo operai e sindacati è da cancellare.

“Il governo spagnolo ad esempio ha messo sul piatto 13 miliardi di euro per la transizione energetica degli stabilimenti – dice Gerardo Giannone, ex sindacalista e operaio Plan Stellantis Pomigliano – in Italia invece la strategia fin qui è stata solo concedere incentivi per l’acquisto di auto che costano in media 50mila euro, che possono permettersi solo in pochi e che di certo non sosterranno il mercato attuale e né tantomeno le sfide future legate all’elettrico e all’abbattimento dei costi di produzione”. Inoltre oggi in questo Paese le auto elettriche non convengono sia per i costi ma anche per la carenza di strutture. Nei prossimi giorni in fabbrica è prevista un’assemblea sindacale e il Partito democratico ha annunciato una manifestazione per sabato prossimo. La critica che viene mossa al governo è di non fare abbastanza per sostenere la diffusione della mobilità elettrica. Del resto lo stesso CEO di Stellantis aveva parlato di un mercato, quello elettrico, che in Italia è molto limitato. “A noi il braccio di ferro tra Governo e azienda interessa poco – spiega il delegato Fiom Cgil Pomigliano Stellantis Sebastiano D’Onofrio – a noi interessa sapere qual è la politica industriale di questo Paese prima che sia troppo tardi, non è a rischio solo il posto di lavoro solo dei 4500 operai, ma anche quello dei lavoratori delle circa 5000 aziende che fanno parte dell’indotto”.

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