Lo slogan è “Non per noi ma per tutti“: un appello contro la legge bavaglio che – sull’asse centrodestra-Azione-Italia Viva – prevede di vietare la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare e i loro contenuti fino alla fine dell’udienza preliminare. Decine di associazioni hanno lanciato una petizione per chiedere al Parlamento di non approvare il testo e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmarlo. La raccolta firme su Change.org ha raggiunto e superato quota 14mila adesioni. Il provvedimento – si legge nel testo della petizione – “rappresenta un provvedimento autoritario gravissimo che non solo colpisce e limita il lavoro dei giornalisti, ma soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati e rende più indifese le stesse persone private della libertà. Di conseguenza dal momento dell’arresto fino al processo, all’opinione pubblica per mesi sarà negato il diritto di essere informata su temi importanti come la lotta alla corruzione e la lotta alla mafia. A questo si aggiunge anche il recente provvedimento che limita l’utilizzo e rende incomprensibili le intercettazioni in quanto verranno oscurati con omissis i nomi delle persone non indagate. Si tratta di una norma che, come sottolineato da molti giuristi, presenta profili di incompatibilità con la Carta dei diritti Ue e con la Convenzione dei diritti dell’uomo“.

A firmare l’appello sono tra le altre le associazioni Rete #NoBavaglio, Articolo 21, Libera Informazione, Cgil, Arci, Libera, Legambiente, Associazione Nazionale Giuristi democratici, Collettiva, Free Assange, varie sezioni dell’Anpi (le adesioni sono in aggiornamento a questo link). I firmatari sostengono la mobilitazione della Federazione della Stampa, dell’Usigrai e dell’Ordine dei Giornalisti.

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