“Oh Signore, perché non mi compri una Mercedes-Benz? I miei amici hanno tutti una Porsche, devo rimediare…” Immaginate questi versi, nel blues cantato a cappella dalla voce roca e struggente di Janis Joplin, nel brano – ironico e anticonsumista – inciso nel 1970 dall’artista americana. Non si sa se la finta-preghiera abbia avuto successo. Di sicuro il successo lo hanno avuto tutte, o quasi, le coupé della teutonica Stella. Una lunga teoria di vetture globalmente desiderate, una stirpe di auto iniziata nel 1951 con la W188, considerata la prima, vera coupé della Casa di Stoccarda. La Joplin incise il pezzo, nel 1970 a Los Angeles: era l’epoca delle bellissime “codine” (nome in codice Serie W 111-112), e viene naturale ipotizzare che proprio ad esse la cantante texana pensasse quando, sarcasticamente, chiedeva “aiuto” al padreterno per contrapporsi agli immaginari amici porschisti. Che tempi, eh? Okay, stop alla nostalgia e parliamo dell’ultima erede di codine e ponton.

Si chiama CLE Coupé, ha la stazza di una berlinona ma ha due porte e prende il posto delle declinazioni sportive della Classe C e della Classe E. Due posti di stazza: è lunga ben 4,85 metri, larga 1,86 metri e – come capitava un tempo alle vetture basse e aggressive – ha i fianchi posteriori cicciotti. Il che aiuta un pochino chi si sistema sul divanetto posteriore e ha bisogno di comfort, dopo la fatica richiesta per infilarsi in macchina, a meno di non avere un fisico alla Twiggy. Assai meno agevolati, nell’operazione, i fisici alla Pavarotti. In attesa della intrigantissima versione cabriolet – al cui debutto non dovrebbe mancare molto – a disposizione della clientela benestante ci sono sei allestimenti e quattro motorizzazioni, tutte mild-hybrid.

Si parte con due duemila a quattro cilindri: il turbodiesel da 197 cavalli e il benzina da 204 cavalli, entrambi “addizionati” dai 23 cavalli espressi dal propulsore elettrico a 48 volt. Nella versione Advance sono i più “economici” del lotto, con prezzi vicini ai 62.500 euro. In cima alla classifica dei costi, delle dotazioni e delle prestazioni si colloca la AMG CLE 53 4Matic Premium Plus, sotto il cui cofano batte il sei cilindri benzina di tre litri capace (se interessa, si ben chiaro) di schizzare da zero ai cento orari in 4”2 secondi. La cavalleria a disposizione della top CLE Coupé si erge a quota 449, cui aggiungere i soli 23, tenerissimi cavallini elettrici. Il prezzo di listino, rispetto alle duemila da 62 mila abbondanti, sale di circa 46 mila euro. Se si rinuncia al pacchetto Premium Plus, però, si supera di un pelo la soglia psicologica dei 100 mila euro.

Noi, ovviamente, abbiamo provato le due coupettone più abbordabili (o, forse, le meno non abbordabili…). Andando a Bergamo su strade gratuite e sfiorando Lecco, al volante della duemila benzina. Al ritorno, in autostrada, siamo riusciti a toccare per qualche attimo i 130 all’ora, seduti sulla parigrado a gasolio. Nonostante la faccia cattiva, le nove marce disponibili con il cambio manuale con le palette e gli oltre 200 cavalli pronti a impennarsi, la CLE Coupé è decisamente rilassante da condurre, se si intende rispettare il codice.

Focalizziamoci sul diesel. Se non ci sarà una rivoluzione politica pronta a scardinare la road map ambientalista disegnata e imboccata dall’Europa comunitaria, i motori a gasolio di ultima generazione, che sono probabilmente i più avanzati e puliti di sempre realizzati da Mercedes, ovvero se non cambia la musica a Bruxelles, spariranno per sempre. Questo diesel che ci ha accompagnato da Bergamo a Milano è dunque destinato ad entrare nella storia motoristica come il più “cool” di tutti i tempi? Mah. Peccato che la Joplin ci abbia lasciato, ormai da troppi anni. Avrebbe potuto cambiare l’incipit del suo amaro blues lento, chiedendo al Signore di comprarle ancora una Mercedes-Benz, stavolta però alimentata dall’ultimo, performante e al contempo parco, turbodiesel della Stella. Di cui già cominciamo a sentire nostalgia, pensando al futuro che verrà. Vero, Janis?